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Delfini liberi o in cattività, è polemica tra animalisti e strutture acquatiche

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Roma, 2 ago. - (Adnkronos) - Con l'estate, periodo di massima attività per delfinari e parchi acquatici, esplode la polemica che coinvolge queste strutture presenti un po' in tutta Italia, dagli acquari di Genova, Livorno e Cattolica, a Fasanolandia, Zoomarine, Oltremare, Gardaland e Rimini, considerate da alcuni utili strutture di valore scientifico e didattico, da altri delle prigioni in cui i delfini tenuti in cattività sono condannati a condurre un'esistenza innaturale. E gli italiani si dividono. Secondo un sondaggio Ipsos, per l'81% degli italiani intervistati i delfini sono più felici in natura che in contesti di cattività; il 73% è contrario alla cattura di questi animali e alla loro esibizione in pubblico; il 71% ritiene che i delfinari non contribuiscano alla comprensione di come i delfini vivono in natura e il 68% è favorevole alla proibizione dei delfinari nel Paese e addirittura il 96% dichiara che cattura e confinamento dei delfini debbano essere proibiti o strettamente limititati. A questi dati fanno da contraltare, però, i numeri dell'affluenza registrati da queste strutture: 400mila visitatori paganti l'anno per Oltremare ("per il 95% italiani" fa sapere il parco tematico di Riccione) e oltre tre milioni di visitatori, dal 2005 ad oggi, per Zoomarine. E nel caso di Zoomarine la totalità dei visitatori assiste alle dimostrazioni dei tursiopi, la specie normalmente utilizzata nei delfinari per la sua intelligenza. Ma se sono proprio gli spettacoli con i delfini ad attirare il pubblico dei parchi acquatici, sono proprio queste esibizioni a sollevare le accuse delle associazioni animaliste perché il contatto con il pubblico e le continue esibizioni rappresenterebbero i più frequenti fattori di stress per questi mammiferi. "Si dà agli spettatori l'impressione di assistere ad uno spettacolo gradito ai delfini che, invece, sono solo costretti ad assumere un comportamento che non è naturale", dichiara all'Adnkronos Laura Gentile, referente della campagna Sos Delfini per Marevivo, l'associazione che proprio oggi, con la Lav, è stata protagonista di un flash mob di protesta a Roma, con la Fontana di Trevi invasa da 100 palloncini a forma di delfino. "Fermo restando che il concetto di felicità è tipicamente umano e non possiamo sapere cosa significhi per un delfino, i moderni delfinari sono strutture nelle quali la ricerca del benessere animale è un pre requisito del loro mantenimento - spiega all'Adnkronos Cristina Pilenga, direttore zoologico e scientifico di Zoomarine - Tutte le attività nelle quali partecipano gli animali fanno parte di un piano addestrativo che ha l'obiettivo di garantire il benessere animale e risponde sia a protocolli nazionali (misurazione dei livelli di stress secondo disposizioni ministeriali) che internazionali riconosciuti dalle principali associazioni di settore". Si tratterebbe inoltre di uno strumento educativo "dalla riconosciuta efficacia, rilevata anche da studi sul feedback educativo, in quanto permette di far sentire le persone più vicine agli animali utilizzando cosi il canale emozionale per suscitare la spinta a conoscerli meglio e a dare il proprio contributo per tutelarli". Le critiche riguardano anche il fatto che queste strutture non sempre rispetterebbero le disposizioni dettate dal Decreto Ministeriale 469/2001 in materia di condizioni per il mantenimento in cattività dei delfini Tursiopi né il ruolo didattico e scientifico loro assegnato. Violazioni registrate da una recente investigazione svolta dalla Lav nei delfinari di Fasanolandia, Zoomarine, Oltremare, Gardaland, Rimini tra esposizione continua al rumore e al sole, la mancanza di spazi adeguati. Accuse rispedite al mittente dalle strutture. "Sono qui da 7 anni e non ho mai avuto un rilievo, mai un verbale dai Nas o al ministero dell'Ambiente", specifica all'Adnkronos Francesco Soressi, Ad di Oltremare. "Zoomarine dispone di una volumetria pari a 7,8 milioni di litri di acqua che potrebbe ospitare più del doppio di quelli attualmente presenti, monitorata nei suoi parametri chimico-fisici e microbiologici costantemente - sottolinea il direttore zoologico e scientifico di Zoomarine - quanto riguarda l'esposizione sonora delle vasche, è principalmente aerea e comunque controllata. I delfini 'sentono' prevalentemente quando sono sott'acqua e non quando ne sono fuori. Zoomarine ha comunque effettuato con specialisti di bio acustica delle valutazioni di impatto acustico in vasca in relazione allo spettro acustico specifico della specie e dalle quali non è mai emerso inquinamento acustico". Altra accusa riguarda lo spazio dedicato alla divulgazione scientifica e all'attività didattica dei delfinari "carente quando non del tutto assente", denuncia Laura Gentile di Marevivo. Ma per l'Ad di Oltremare "ogni anno in primavera sono circa 50mila i bambini che si recano in escursione didattica al parco in virtù anche della pubblicazione da parte nostra di approfondimenti scolastici contenuti in dispense disponibili per gli insegnanti su internet.(segue) "Da anni poi - aggiunge l'Ad di Oltremare - ogni pomeriggio facciamo delle sessioni di mezzora aperte al pubblico con addestratori e veterinari e si tratta di didattica, non di show". Sono 60mila gli studenti che ogni anno visitano invece anche Zoomarine che ricorda le visite guidate, le mostre tematiche sui progetti europei, la cartellonistica e i testi delle dimostrazioni con gli animali, i 15 laboratori didattici e le visite scolastiche e i centri estivi. E se per le associazioni animaliste delfinari e acquari rappresentano comunque una prigione, incompatibile con la natura dei delfini che richiede spazio e libertà, queste strutture rivendicano il proprio ruolo scientifico. "Oggi queste strutture - spiega l'Ad di Oltremare - ospitano un piccolo popolamento, sotto la cura quotidiana e costante dell'uomo e in questo modo, in caso di un problema in mare aperto o di spiaggiamento, si garantisce la presenza di strutture che posseggono il know how per intervenire e salvare un animale in difficltà". E ricorda che "è dal 1983 in Italia non è mai più stato catturato un delfino, quelli presenti nei delfinari sono stati presi prima di quella data. Il tema da sollevare - conclude - sarebbe più che altro quello della salvaguardia dei nostri mari e dei delfini che ancora vi abitano e dell'istituzione dei parchi marini".

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