Satelliti radar italiani 'guardiani' del patrimonio archeologico mondiale
Roma, 22 ago. - (Adnkronos) - Veri e propri 'guardiani' del passato. Sono i radar satellitari italiani che, oltre a scovare acqua su Marte e a monitorare gli eventi catastrofici, sono impegnati anche nella tutela e preservazione del patrimonio archeologico mondiale. I sistemi radar, infatti, sono impiegati anche per cercare nuovi siti archeologici, per monitorare e sorvegliare le importanti aree del patrimonio culturale del nostro passato. I risultati di questa attività sfociano in una mostra fotografica, curata, da Carmine Serio dell'Università della Basilicata, Rosa Lasaponara dell'Imaa-Cnr, Nicola Masini dell'Ibam-Cnr e Giovanni Milillo dell'Agenzia Spaziale Italiana, attraverso l'importante contributo del Cidot (Centro interpretazione dati di osservazione della Terra) situato nel Centro di Geodesia Spaziale Asi di Matera: La mostra, che si svolgerà a Roma nella galleria Agostiniana (piazza del Popolo) dal 26 agosto al 2 settembre, mette in luce le potenzialità che i satelliti radar, con particolare riferimento alla costellazione italiana di osservazione della Terra Cosmo-SkyMed, offrono per i Beni Culturali. In 15 pannelli, abbinati a fotografie di celebri siti archeologici italiani ed internazionali iscritti nel patrimonio mondiale dell'Unesco (come Angkor, Roma, Stonehenge, Ercolano, Linee di Nazca) unite a immagini Sar e di Cosmo-SkyMed, viene spiegato come lo spazio permette dall'alto di andare a caccia di nuovi siti e preservare e verificare lo stato di salute delle vestigia del passato. L'inaugurazione della mostra precede di alcuni giorni l'apertura della 14esima edizione di European Space Expo, esposizione europea itinerante dedicata alle applicazioni spaziali.