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Alessandro Greco: "Torno su Rai Uno con Miss Italia. Perché devo ringraziare Fabrizio Frizzi"

Cristina Agostini
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«Proprio oggi (ieri, ndr) sono 22 anni che sto con una miss. Ho rubato a Miss Italia la reginetta più bella. La miss delle miss...». Alessandro Greco omaggia la moglie Beatrice Bocci (ex Miss Toscana e seconda al concorso nazionale del 1994) con una metafora che permette di spiegare cos' è per lui il concorso sulla più bella d'Italia. Gara che lui condurrà quest' anno il sei settembre da Jesolo, in diretta su Rai Uno. Ci saranno dei cambiamenti rispetto alle edizioni precedenti? «La vincitrice sarà eletta dal televoto del pubblico. E vista la attuale situazione politica, possiamo dire che abbiamo una certezza: almeno su Miss Italia deciderà la volontà popolare...». Si aspettava la chiamata di Rai Uno? «È stata inaspettata e quindi ancora più bella». Come risponde a chi critica il concorso per come viene utilizzata la donna? «Se si cerca sempre la malizia, si trova in tutte le situazioni. Volendo anche tra le scienziate in camice bianco che studiano fisica nucleare nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso...». Il suo rapporto con la Rai. Una lunga e discontinua storia d' amore «Nelle coppie non è mai colpa di uno o dell' altro quando la situazione non è delle migliori. Ed è vero la mia storia con la Rai è una lunga, e a volte discontinua, storia d' amore, come canta Gino Paoli. Ma ho deciso di dedicare anche un' altra canzone per spiegare meglio la nostra situazione. Quale? «Durante la finale di Miss Italia, canterò Se stiamo insieme di Cocciante. Il passaggio "se stiamo insieme ci sarà un perché e vorrei riscoprirlo stasera..." è un messaggio che dedico a me e all' azienda...». Come sono stati i suoi inizi? «Ho iniziato a 15-16 anni con le feste di piazza. Dopo tanta gavetta, qualche addetto ai lavori ha cominciato a notarmi e sono arrivate le prime chiamate in Rai». A 25 anni conduce Furore. Che ricordi ha di quel periodo e della popolarità arrivata a quell' eta? «L' esperienza delle feste di piazza mi ha aiutato a saper poi gestire la fama. A stare con i piedi ben piantati per terra, ad essere realista e concreto. E anche le raccomandazioni e i consigli della Carrà e di Japino, che mi vollero al timore di quel programma, sono stati fondamentali per il mio equilibrio. E devo ringraziare i miei genitori che mi hanno insegnato sempre principì saldi». Quali sono stati i suoi maestri? «Facile dire i grandi presentatori come Mike Buongiorno o Pippo Baudo. Ma a me piace citare anche l' eleganza di Enzo Tortora o il savoir faire di Daniele Piombi o un presentatore atipico come Gigi Sabani che mi ha molto influenzato. Ma su tutti faccio un nome: Corrado. Lo ammiravo per la sua capacità di presentare e di essere leggero. E non posso non citare Carlo Conti, che è soprattutto un mio vero amico che mi ha anche dato la possibilità di lavorare a Tale e Quale. Ma anche Fabrizio Frizzi una persona speciale anche perché è stato l' uomo che mi ha fatto conoscere mia moglie». La sua più grande soddisfazione artistica? «Devo citare ancora Corrado. L' anno che vinsi il Telegatto per Furore, battendo addirittura il Sanremo presentato da Vianello, lui si avvicinò a me mi diede un buffetto sulla guancia e scherzando mi disse: "Sono quasi geloso perché la mia signora ha molto interesse nei tuoi confronti come personaggio emergente". È poi mi disse di proteggere e coltivare l' affetto che il pubblico ti dà». Sogno nel cassetto? «Non credo ai sogni nel cassetto, ma all' opportunità di poter vivere delle cose belle. E secondo me non arrivano mai a caso». di Giampiero De Chiara

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