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Sentenza dello strizzacervelli:"Crozza, un caso psichiatrico"E Fabio Fazio? Fa l'infermiere

di Andrea Tempestini sabato 16 febbraio 2013

Valium Fazio e psico-Crozza

2' di lettura

  Che Maurizio Crozza dal palco dell'Ariston abbia deluso, noi di Libero, lo abbiamo rimarcato dal primo istante. Un comico, un performer che si guadagna la super-ospitata nella serata d'apertura a Sanremo non può sgretolarsi davanti a una contestazione. Due fischi, tre grida, un par de insulti e il "copertinaro" di Ballarò - le cui imitazioni, bisogna concederlo, sono splendide - è andato in tilt. Ko. Kaputt. Occhi sbarrati, gesti disarmonici, niente saliva. Ecco, vien da immaginare - tanto per buttarla ancor di più in politica - che cosa sarebbe successo, a Crozza, se si fosse trovato nello studio di Michele Santoro nelle stesse condizioni in cui si trovò Silvio Berlusconi. Questo solo per dire che martedì sera, sul palco dell'Ariston, Crozza non si trovava nella tana del leone. Per sbranarlo son bastati due gattini. Il caso psichiatrico - La scaletta era chiara: prima Berlusconi, poi Bersani e Ingroia, quindi Monti o Montezemolo. Tutto è naufragato dopo il Cavaliere, dopo i fischi, dopo i "buu", dopo il "pirla, vai a casa". Già, naufragato. Era sotto gli occhi di tutti. Lo spiegano anche gli psicologi. A parlare è Massimo Di Giannantonio, docente di psichiatria all'università D'Annunzio di Chieti. Lo "strizzacervelli" ha seguito la prova in televisione. A bocce ferme ha sentenziato: "In Crozza la forte e imprevista opposizione durante la performance ha causato un blocco emeozionale e creativo". Blocco creativo, insomma. Dunque un piccolo caso psichiatrico. "Nella sua testa - prosegue lo psicologo - aveva una precisa scaletta, la cronologia delle imitazioni dei politici da fare in maniera equilibrata, nel rispetto della par condicio. Ma i fischi del pubblico hanno spezzato questa scaletta". E il buon Crozza è andato nel pallone. Addio scaletta, addio tempi di scena e addio anche alla modulazione della voce: le imitazioni offerte dal palco dell'Ariston distavano anni luce, in quanto a brillantezza, da quelle a cui ci ha piacevolmente abituato nei suoi monologhi. L'infermiere Fazio - Lo psicologo passa poi all'analisi del ruolo del conduttore: il presidente della Repubblica democristiana del piccolo schermo, Fabio Fazio, vero trasformista, da anchorman è diventato infermiere. "Ha fatto bene Fazio - ha spiegato l'analista -, ha svolto la funzione di 'egoausiliario', ossia ha incoraggiato l'attore ad andare avanti, aiutandolo a superare il momento". Un'ambulanza, insomma. Fazio l'infermiere. La sirena dell'ambulanza-Fazio ha ripreso a suonare nel day-after, durante la conferenza stampa che ha seguito la prima puntata del Festival. Altre carezze al Crozza del blocco creativo, che "ha avuto la generosità di esserci. Ha fatto una scelta difficile quando ha accettato la proposta di venire a Sanremo". Secondo il conduttore la cosa più "sorprendente", però, "è che così poche persone possano finire con il poter condizionare quasi 15 milioni di persone, i telespettatori a casa, dando la sensazione che in sala stesse avvenendo chissà cosa". In effetti, in sala non stava avvenendo "chissà che cosa". Era solo una manifestazione di dissenso un po' sguaiata. Al contrario, era nella mente di Crozza che stava avvenendo "chissà che cosa".  

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