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Alba Parietti e i "festini milanesi": "Milano non è questa, la verità sulle ragazze e la cocaina"

di Giulia Sorrentino venerdì 1 gennaio 2021

3' di lettura

Alba Parietti, parliamo del caso Alberto Genovese, e so che non sei d’accordo sull’associare le sue feste alle normali feste milanesi, giusto?  
"Si parla di feste dove a quanto pare  circolava liberamente droga, associandole a personaggi del mondo dello spettacolo, della cultura. Scindiamo le due cose. Ci sono a Milano molte feste di quel tipo senza arrivare a determinati epiloghi. Ci sono molti tipi di situazioni: una che è quella in questione che valuterà la magistratura, perché sono loro che se ne occupano e sarà la giustizia a valutare. Esempi appunto sono le feste come quelle di Genovese o quelle di Villa inferno a Bologna che sono feste in cui circolava liberamente droga, a cui sono associati personaggi del mondo dello spettacolo che probabilmente sono usati anche dagli organizzatori delle serate per illudere i partecipanti che ci sia qualcosa da condividere di molto figo. Viceversa, io frequento la Milano di notte da quarant’anni e francamente non mi è mai capitato di trovarmi in queste situazioni, perché laddove ho percepito che ci fosse un utilizzo di determinate sostanze ho evitato di tornare nello stesso luogo per la seconda volta, ma questo soprattutto quando ero molto giovane. Ad oggi trovo persone del mondo dello spettacolo,della cultura, della politica e sono queste le feste a cui tutti vorrebbero partecipare, ma i bagni lì sono sempre liberi e verso mezzanotte dopo aver chiacchierato amabilmente ognuno torna a casa propria e non c’è della droga o altro che possa essere considerato non ammesso dalla legge. E ci sono anche molte feste di persone normali che si divertono tantissimo". 
 

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Quindi stai puntualizzando che Milano non è quella dei festini di droga ma è altro.  
"Sì, Milano non può essere rappresentata da queste situazioni che sono assolutamente estreme ed inaccettabili. Quando si vuole far passare Milano per quella che si trova in quell’ambiente si offendono i milanesi. Milano è fatta anche e soprattutto di gente che si alza alle 7 del mattino per andare a lavorare, e che organizza feste o normalissime cene senza che ci siano componenti scomode o terze. Questo è un punto che va chiarito". 
Sia io che l’avvocato Bernardini De Pace abbiamo fatto leva sul fatto che la droga non è un elemento banale, anzi, è centrale.  
"Si, quando si parla di queste feste si parla spesso dell’utilizzo della droga come normalità. La droga ed il suo utilizzo non sono consentiti dalla legge, ma non demonizzandola si fa passare il messaggio che sia normale, come si fa passare per tranquillo il fatto che le ragazze si recano a queste feste anche per la cocaina. Se io avessi una figlia o un figlio che frequenta questi luoghi non sarei molto tranquilla di aver ben svolto il mio ruolo di genitore". 
Tu hai fatto molte battaglie al fianco delle donne. Ma credi che la figura femminile vada difesa a prescindere?  
"Credo che vada difesa da un lato perché in questa sub cultura in cui ci troviamo è la figura più fragile. Detto questo però va detto che le donne vanno difese se non hanno gli strumenti per valutare e decidere liberamente che scelte fare, se non sono nelle condizioni per fare ciò, ed in questo caso vanno aiutate e protette. Nei confronti delle donne in generale il problema sono le donne che non difendono a sufficienza la proprie identità di donne autonome e scelgono la strada più facile che è quella dell’essere dietro la scia dell’uomo potente e ricco, ma non  è questa la strada giusta, sperando così di poter trovare una sistemazione sociale ed un lavoro, ma è il modo peggiore. Una donna prima di tutto ce la deve fare con le proprie forze e tentare di costruirsi un’identità attraverso lo studio, il lavoro, le passioni. Un’identità forte che prescinda dall’uomo che le accompagnerà nella vita, ed in quel modo sarà in grado di fare delle scelte da donna libera. Libera di non essere coinvolta in situazioni inaccettabili e di accettare compromessi". 
E come si diventa o si è una donna libera ed emancipata?  
"Le donne devono capire che se voglio essere libere e rispettate devono assumere dei comportamenti che non diano a nessuno la possibilità di mancare loro di rispetto. Dev’essere una lotta individuale seria".

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