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Morto Franco Battiato a 76 anni, addio a un artista senza confini: il lutto che scuote l'Italia

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Addio a Franco Battiato, morto all'età di 76 anni. Un lutto che scuote l'Italia e il mondo della musica, che perde uno dei fuoriclasse più amati, ammirati e seguiti. Un artista impossibile da etichettare, da rinchiudere in un genere. Un cantautore impossibile da imitare. Un artista a tutto tondo, autore di una musica senza tempo e senza confini. Un artista che aveva fatto incursioni e sperimentato anche nel mondo del cinema e della pittura.

Battiato si è spento oggi, martedì 18 maggio, nella sua casa di Milo, in Sicilia. La conferma della sua morte è stata data dalla sua famiglia, che ha poi fatto sapere che le esequie si terranno in forma strettamente privata. Sempre la famiglia ha subito ringraziato per le molte testimonianze di affetto ricevute. Il maestro era malato da tempo: dopo una frattura al femore e al bacino era riapparso soltanto sui social, mai in pubblico. Nato il 23 marzo del 1945 a Jonia, in provincia di Catania, in una famiglia umile, Battiato ha scoperto presto la passione per la musica e, dopo la morte del padre, all’età di 19 anni, ha lasciato la sua amata Sicilia per trasferirsi a Milano. Qui ha dunque iniziato a dedicarsi alla musica: “Allora era una città di nebbia, e mi sono trovato benissimo. Mettevo a frutto la mia poca conoscenza della chitarra in un cabaret, il Club 64, dove c’erano Paolo Poli, Enzo Jannacci, Lino Toffolo, Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto, Felice Andreasi, Bruno Lauzi”, racconterà qualche anno dopo. “Aprivo lo spettacolo con due o tre canzoni siciliane: musica pseudobarocca, fintoetnica. Nel pubblico c’era Giorgio Gaber che mi disse: vienimi a trovare. Andai il giorno dopo. Diventammo amici anche con Ombretta Colli, fui io a convincerla a cantare”.  Il suo primo contratto discografico lo ha ottenuto proprio grazie a Gaber che peraltro, insieme a Caterina Caselli, (i due conducevano il programma Diamoci del tu) ha ospitato, nel 1967, la sua prima apparizione televisiva. In quell’occasione Gaber ha consigliato a Battiato di cambiare nome da Francesco a Franco per non essere confuso con Guccini, anche lui presente in quella trasmissione. “Da quel giorno in poi tutti mi chiamarono Franco, persino mia madre”. 

Nella sua lunghissima carriera, Battiato ha firmato successi indimenticabili come La cura, Centro di gravità permanente, Voglio vederti danzare, brani che hanno scritto e continueranno a scrivere la storia della musica italiana. Uno stile che toccava pop e musica colta, arrivando spesso all'avanguardia più pura con incursioni nella musica elettronica, nella musica etnica e nell'opera lirica. Come detto, Battiato è stato anche regista: ha diretto diversi film, tra i quali Perdutoamor e Musikante su Ludwig van Beethoven, pellicola che fu presentata alla Mostra del cinema di Venezia.

Lungo questi decenni Franco Battiato ha costruito un percorso davvero unico nel panorama italiano. Un ironico libero pensatore che ha praticato l'arte della provocazione e che ha avuto pure una breve esperienza non retribuita come assessore alla Regione Sicilia con la giunta Crocetta, durata da novembre 2013 a marzo 2014 e finita in modo a dir poco burrascoso.

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