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Raffaella Carrà morta a 78 anni, la signora della tv era malata da tempo: il drammatico annuncio della famiglia

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Claudio Brigliadori
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Una tragedia per il mondo dello spettacolo italiano: è morta Raffaella Carrà, che ci lascia all'età di 78 anni. "Raffaella ci ha lasciati. E' andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre": queste le parole con cui l'ex compagno Sergio Japino ha dato il drammatico annuncio, unendosi al dolore degli adorati nipoti Federica e Matteo, di Barbara, Paola e Claudia Boncompagni, degli amici di una vita e dei collaboratori più stretti. 

Un fulmine a ciel sereno per le migliaia di fan e telespettatori, ma forse anche per il mondo della televisione italiana. L'amatissima Raffa si è spenta alle ore 16.20 di lunedì 5 maggio a causa di una malattia che aveva rivelato solo a pochissimi, la sua cerchia più ristretta. Per l'ultimo saluto, Raffaella ha chiesto una bara di legno grezzo e un'urna per contenere le ceneri. 

Pochi, pochissimi sapevano dunque delle sue reali condizioni di salute, anche a causa della sua proverbiale riservatezza con cui fin dagli anni 70 ha protetto la sua privacy. Nel novembre 2019 fu ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, nel 2020 annunciò che causa pandemia di coronavirus la terza edizione del suo ultimo programma A raccontare comincia tu su Rai3 non sarebbe andata in onda. Non ha avuto il tempo e il modo per salutare gli italiani dal piccolo schermo, il suo regno. 

Praticamente infinito il suo curriculum, fatto di coreografie, conduzione modernissima (ha di fatto imposto un nuovo format di presentatrici donne alla tv italiana, importando uno stile da "tv privata" anche a viale Mazzini, da pioniera) e canzoni diventate da sigle dei programmi tv veri e propri tormentoni. Icona gay, messaggera di libertà sessuali fin dai tempi dell'Italia (e della Rai) più bacchettona, dominatrice anche in Spagna (non a caso, c'è chi chiede che Italia e Spagna giochino con il lutto al braccio martedì sera la semifinale di Euro 2020) e in America Latina, dove di fatto è diventata cittadina acquisita. Ha venduto 60 milioni di copie e vinto, parola sua, 22 dischi tra platino e oro e soli pochi mesi fa, nell'autunno 2020, il prestigioso quotidiano britannico The Guardian l'aveva definita "l'icona culturale che ha insegnato all'Europa le gioie del sesso".  

Raffaella Maria Roberta Pelloni, questo il suo nome all'anagrafe, nata a Bologna e cresciuta a Bellaria, sulla Riviera romagnola a pochi chilometri da Rimini, ha iniziato con la danza e il cinema, conquistando poi la tv con il nome d'arte di Carrà. 


Il botto arriva con Canzonissima a fianco di Corrado, il vestito che le lasciava l'ombelico scoperto destò scandalo. Gli italiani andavano pazzi per la sigla, Ma che musica maestro!, poi nel giro di pochi mesi arrivano classici come Chissà se va e Tuca tuca, che sfidava la censura per entrare nel mito senza chiedere permesso. Seguono 30 anni d'oro, con Il varietà del sabato sera di Rai1 Ma che sera (quello di Tanti auguri e del mitico ritornello "Com'è bello far l'amore da Trieste in giù"), la hit Pedro, Fantastico 3 (pietra miliare della tv italiana, con la sigla Ballo ballo), il Festival di Sanremo 1983 come superospite cantante, il cult Pronto, Raffaella a mezzogiorno dal 1983 al 1985. Storico il passaggio nel 1987 alla Fininvest di Silvio Berlusconi, con il Raffaella Carrà Show e Il principe azzurro. Nel 1990 il ritorno alla Rai e la spola con l'amata Spagna, fino al suo ultimo, grandissimo successo: lo show del 1995 Carràmba! Che sorpresa, in grado di farla entrare nell'immaginario anche di chi è nato dopo il 1980. Ma la Carrà non si è mai fermata, fino a pochi mesi fa, un vulcano di ospitate, interviste, collaborazioni e "contaminazioni". Come ha detto Pippo Baudo, con lei "se ne va l'ultima vera grande soubrette".

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