La cantante emiliana

Orietta Berti, "droga e se***o libero e fluido". Impensabile: quello che nessuno poteva sapere

C'è un messaggio nascosto nella canzoncina Mille che Orietta Berti che è "un inno gioioso e trasgressivo alla droga e al sesso (fluido, com'è di moda oggi)", scrive Gianni Barbacetto su Il Fatto quotidiano. "Non ho mai capito se ci è o ci fa", osserva il giornalista, "ma l'Oriettona merita un posto in questa classifica. Dopo un'onorata carriera al suono di Fin che la barca va, ha lampi di genio quando chiama 'Naziskin' i Måneskin e 'Baby Gay' Baby K".

 

 

Tant'è. Continua Barbacetto, "l'Orietta, rispetto a un'altra collega emiliana, quella Iva Zanicchi che dopo aver fatto la pasionaria berlusconiana è riuscita a tornare in tv e a stonare in maniera clamorosa Prendi questa mano, zingara".

 

 

Non solo. Orietta è riuscita a "dare ancora il meglio di sé in trio con il Fedez e l'Achille Lauro, cantando una canzoncina (Mille) che piace tanto ai bambini ma", appunto, "a ben ascoltare è un inno gioioso e trasgressivo alla droga e al sesso". Fluido ovviamente. 

 

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