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Film balneari, le pellicole su cui scorre la nostra storia

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Mario Bernardi Guardi
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Provate a immaginarvi una giornata al mare di una famiglia romana piccolo-borghese nell’anno di grazia 1951. La guerra è finita da poco, c’è una gran voglia di divertirsi, torme di vacanzieri si affollano sul Lido di Ostia. I “nostri” arrivano dopo aver viaggiato su un pullman stipato di gente, la spiaggia è un campo di battaglia, il sole arrostisce ma il cielo si rannuvola e poi cominciano ad accaderne di tutte tra sedie a sdraio che non si aprono, sabbiature che hanno l’aria di tombe roventi, incontri non desiderati, inevitabili scontri, vestiti rubati dalla cabina e feroci arrabbiature. Ma che ci volete fare? Nel ’51 una giornata al mare “classica”, molto “romana” e molto “nazionalpopolare”, era fatta così, e Aldo Fabrizi la racconta in uno scintillio di trovate esilaranti nella Famiglia Passaguai.

Un ritratto delle italiche cose trova infiniti spunti nei miti e nei riti delle vacanze così come il cinema li rappresenta in mille varianti. È un vero e proprio specchio dei tanti cambiamenti intervenuti nel nostro Paese lungo il corso dei decenni, negli infiniti eventi della politica e della società, ma forse la dimensione più importante, eterna ed esemplare, è quella che coglie nell’estate, nell’estate al mare, gli aspetti più intimi della nostra vita concentrati nella misura (dismisura) di pochi mesi. Nei quali, in tutti i sensi, “ci scopriamo”. Mentre comico e patetico si intrecciano: e non si sa se dopo quella “stagione” ne inizierà un’altra. Nel libro di Umberto Guidi e Chiara Sacchetti (Tipi da spiaggia. La commedia balneare nel cinema italiano dal 1930 ai nostri giorni, L’Ancora, pp.223, euro 28), dunque, l’estate, il sole, il mare, la spiaggia, gli ombrelloni sono i contrassegni di uno scenario dove c’è un “di più” di vita. Magari dura poco ma significa molto.

IL CODICE

I film raccolti e commentati sono centinaia. E il sussidio di un “codice balneare” - con voci come barca, cabina, sabbia, costume da bagno, patino, sesso, vacanze intelligenti ecc. aiuta ad orientarsi tra tante facce e tante storie. Con un’Italia balneare che sfavilla: il cinema “va” a Ischia, a Capri, a Fregene, in Romagna, in Versilia, a Castiglioncello, in Sardegna e da un’isola all’altra, ed esplora: appunto “tipi da spiaggia”, ovvero un ricchissimo catalogo di facce, opere e giorni. Il tutto “firmato” da registi come De Sica, Lattuada, Antonioni, Risi, Fellini, Salce, Vanzina, Virzì, Visconti...

Ci mettiamo a cercare per (ri)trovare quel che amiamo di più. Quel che, a nostro avviso, resta non solo come un film memorabile per quel che racconta e per come lo racconta, ma perché sa cogliere nell’estate, nell’estate al mare, la tenera, dolce e amara “fragilità” delle nostre attese. Bene, Il sorpasso (1962), diretto da Dino Risi, con Gassman, Trintignant e la Spaak, vale davvero da icona. Perché sa raccontarci, come mai avvenuto prima né dopo, una brevissima estate appesa al filo di una straordinaria esuberanza- Gassman- che travolge l’ostacolo di una timida ritrosia- Trintignant - ed è tale e tanto l’impeto di questo assalto vitale che la morte non può non essere in agguato. Anche La voglia matta, diretto da Salce, è del ’62. Quanta “verità” nell’industrialotto milanese Tognazzi- che prende una terribile cotta per una “ninfetta” sedicenne- Catherine Spaak- capace di giocare col suo cuore e i suoi sensi! Insomma, ce n’è per tutti i gusti. E per tutte le voglie (non matte) di ricordare. Ad esempio, con l’indimenticabile Totò diretto da Mario Mattoli, Un turco napoletano, ambientato a Sorrento a fine Ottocento, tra presunti eunuchi e giovani donne infilate in “scafandri da palombaro”. Ovvio che Totò, ilpiùeterosessuale dei comici, le inviti a scoprire braccia e gambe.

Tra la degli anni Cinquanta e i primi Sessanta, Ischia e Capri trionfano: Vacanze a Ischia, Avventure a Capri, Bellezze a Capri, Ci sposeremo a Capri, Avventure a Capri, Appuntamento a Ischia, Diciottenni al sole ecc., con registi come Mattoli e Mastrocinque. Nel ’61 fanno la loro bella figura i Leoni al sole di Caprioli, ambientato a Positano, con un giovane- e ammazzafemminePhilippe Leroy. Un vero e proprio film di culto è stato - e resta - Sapore di mare dei fratelli Vanzina, che sa cogliere al meglio atmosfere e immagini, tic e tabù dell’estate, malinconie comprese e inevitabili come un destino.

 

 

 

IL BAGNINO-GUARDIANO

Nel ’99 in Bagnomaria di Panariello si riderà di gusto: e qui siamo in Versilia, a Marina di Pietrasanta, con un bagnino che ce la mette tutta per proteggere lo stabilimento in cui lavora da una vita dalle manacce straniere che arraffano impietosamente. E visto che siamo in Versilia, ci restiamo per Guendalina (1957) di Alberto Lattuada, interpretato da Jacqueline Sassard: la scoperta dell’estate è la scoperta dell’amore, e l’amore fa benee male. Come capitava anche ai Vitelloni (1953) della malinconica, autunnale Rimini felliniana: indolenti e indifferenti, in attesa dell’estate. Verrebbe da dire, insieme con Aldo Giovanni e Giacomo, Odio l’estate come nel film di Massimo Venier (2020). O, almeno, odio quest’estate...in attesa della prossima. 

 

 

 

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