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Gianni Morandi demolito da Vittorio Sgarbi: "Quando lo ho visto in Senato..."

Daniele Priori
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 Ma quale scandalo? I giganti social Musk e Zuckerberg che se le danno di santa ragione, per Vittorio Sgarbi, sarebbero addirittura «più istruttivi» rispetto alle «reazioni assurde» dei leader dell’opposizione (e non solo) in Italia. Non solo perché tra in politici più scandalizzati si è segnalato anche il vicepresidente del Senato, esponente di Forza Italia, Maurizio Gasparri. \E Sgarbi, già due giorni fa espressosi a favore addirittura dell’ipotesi iniziale, poi scartata, di utilizzare addirittura il Colosseo e Roma come set o ring della singolar tenzone tra i miliardari social, rincara la dose, puntando dritto esattamente agli scranni di Palazzo Madama «Le reazioni di Gasparri, Calenda e Orfini convergono sulla inopportunità che il patrimonio culturale italiano venga messo a disposizione di due miliardari mi sembrano assurde perché dimenticano che proprio l'aula del Senato, con il suo altissimo valore simbolico, è stata concessa per una celebrazione a Gianni Morandi, consentendo di smontare i banchi del governo, quegli stessi dai quali Gasparri parla».

Un caso politico che, al netto del caldo dell’estate, crea confronto anche all’interno delle stesse coalizioni e del Governo. Sgarbi, infatti, è assolutamente convinto del fatto che il confronto tra i due giganti social sia «certamente provocatorio» ma al tempo stesso «assolutamente attraente» più per i contenuti che per il luogo. Anche se, era stato lo stesso Sgarbi che, prima dell’altolà su Roma, si era detto addirittura disponibile a concedere l’arena dei gladiatori per eccellenza come sede dell’incontro di MMA (la discussa disciplina di arti marziali miste) con la quale i due ricconi vorrebbero misurare il loro coraggio sul campo reale (e italiano) oltre che su quello virtuale.

«Visto che il Circo Massimo lo diamo anche a chi lo devasta come Travis Scott – aveva detto il critico d’arte, sottosegretario alla Cultura - non vedo perché il Colosseo non debba essere dato a Musk e Zuckerberg, i quali sono pronti a offrire una cifra ragguardevole. Il mio parere? È favorevole, visto che possiamo chiedere una cifra milionaria. Loro offrono 100 milioni e io suggerisco di chiudere a 150 milioni. Magari con poco pubblico presente, tanto ci sono le dirette streaming e online». Soldi in cambio di uno show, dunque, da farsi dove meglio si immagini. Campo allargato, tolta Roma, ad altri agoni storici, da Pompei a Ercolano, alla Calabria, sede dei celebri bronzi di Riace. Per fortuna, da un lato, che a spegnere la passione e la pressione italica, forse schizzata decisamente troppo, ci abbia pensato ieri lo stesso Zuckerberg: «Sono pronto a combattere dal giorno in cui Elon mi ha sfidato. Se mai sarà d'accordo su un vero appuntamento, lo saprete da me. Condividerò i dettagli sul mio prossimo combattimento quando sarò pronto». Con data, ora e, ovviamente, luogo a quanto pare da destinarsi.

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