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Giovanna Civitillo: "Io, Amadeus, Josè e Kira: la nostra dolce vita milanese"

Simona Bertuzzi
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Nella casa del volto televisivo più famoso d’Italia il trambusto di City Life arriva come un sospiro leggero, mentre il tempo corre svelto sulle lancette di una normalità che si frammenta in compiti di scuola, allenamenti, spesa al supermercato, serate in famiglia e quell’albero di Natale che prende- rà l’affaccio sul salotto e si annuncia pieno di promesse e palline dei luoghi più belli del mondo. Non c’è spettacolarizzazione. Non ci sono le luci della ribalta. Persino Sanremo resta chiuso nelle cuffiette del padrone di casa in attesa del prossimo gossip e della prossima canzone da ascoltare. Questo è il luogo in cui Giovanna Civitillo, ballerina talentuosa, soubrette, donna di spettacolo che nel tempo di una “scossa” (all’Eredità, ndr) fece letteralmente impazzire gli italiani con la sua bellezza e le sue gambe infinite, accoglie il marito Amadeus ogni venerdì sera, insieme al figlio José. Amore, certezze e piccoli riti quotidiani in cui la mondanità si cristallizza per far posto alla vita vera. Il cane Kira ovviamente fa il resto, rotolandosi entusiasta tra le gambe del tavolo e gli arredi eleganti in attesa del beep del telefono che annuncia l’invito di Gabriele Albertini a scendere nel parco di City Life per 4 passi coi cani sciuretti di Milano.
«Kira è un dono del covid», spiega Giovanna. «Mio figlio José in quel periodo si sentiva molto solo, come molti ragazzini della sua età passava troppo tempo davanti ai video e alla play station. Avevamo sempre detto no alla richiesta di un cane per i troppi impegni di lavoro miei e di mio marito, ma con la pandemia abbiamo ceduto».

È stato facile trovarlo?
«È stata una ricerca pazzesca. Ho studiato tutte le razze del mondo per capire quale fosse più adatta al carattere di mio figlio e la scelta è caduta sul boston terrier che non è un cane ma una persona».

Oddiooo, ci spieghi.
«Percepisce ogni cosa, è socievole, affettuoso, dinamico. Ideale per mio figlio che all’epoca aveva solo 11 anni e voleva continuamente correre. La sorella perfetta!».

E che effetto ha avuto sugli equilibri familiari?
«José è letteralmente impazzito. Si è occupato di lei sin dal primo momento e l’ha addestrata. Poi piano piano è diventata come una figlia per noi».

Chissà che vizi...
«Appena è entrata in casa abbiamo vietato a José di farla salire sul divano e sul letto.Oggi Kira si accomoda tranquillamente sul divano e dorme nel lettone tra me e mio marito. Se andiamo al ristorante si infila come un razzo nel trasportino pronta per uscire, e se il ristorante è di quelli che non accettano i cani lei si nasconde nella borsa e non fa un fiato».

Lei è nata a Vico Equense, paesino di 20mila anime in provincia di Napoli. Come si trova una napoletana come lei a Milano?
«Sono andata via da Napoli che avevo 18 anni, fino ai 24 ho vissuto a Roma. Poi sono arrivata a Milano, primo appartamento in via Moscova, lo dividevo con un’amica ed eravamo al centro della movida. Oramai sono vent’anni che vivo sotto la Madonnina e mi sento molto più milanese che napoletana. Amo le regole, la disciplina e mi piace moltissimo la dimensione di questa città, i mezzi funzionano, tutto è raggiungibile, è una città europea e moderna».

Suo marito la pensa allo stesso modo?
«Noi abbiamo vissuto a Roma per un certo periodo ma per lui casa è soltanto Milano. È nato a Ravenna, ha vissuto a Verona ma alla fine ha sempre bisogno di tornare qui. Roma è lavoro, caos, traffico. Qui trova la famiglia e la tranquillità. Ha accettato di fare il pendolare, con tutte le difficoltà del caso, le code, i ritardi, le attese infinite proprio per questa ragione».

E quando esce?
«È letteralmente assediato. Se passeggia per strada c’è il rischio che lo fermino ogni secondo dunque deve andare in giro con cappello e occhiali e camuffarsi. Io senza trucco e in scarpe da ginnastica sono meno riconoscibile. Ovviamente serve a poco, perché a City Life tutti conoscono Kira e sanno che è il cane di Amadeus».

Avrete un luogo del cuore tutto vostro.
«Siamo innamorati di questo quartiere fin da quando c’era solo un’enorme voragine e il vuoto intorno. Poi adoriamo corso Sempione e piazza 6 Febbraio. Il centro è bello ma soffocante e ci sta un po’ stretto. Fuori Milano invece c’è un posto che ci piace molto ed è un covo di interisti. L’Oss bus di Meda. Fanno un risotto alla milanese e un ossobuco favolosi. Il titolare è nostro amico ed è ovviamente interista».

Dei milanesi che mi dice?
«Ma dove stanno i veri milanesi? Frequento moltissimi che si professano milanesi ma probabilmente hanno origini del sud come me».

Ci parli di José, l’abbiamo visto a Sanremo, sappiamo che è un figlio amatissimo.
«Lui è tutto pallone, gioca nell’under 15 dell’Inter nel ruolo di portiere. Per adesso ha in mente solo il calcio. Ma come il suo papà ha un orecchio musicale pazzesco, e in casa è uno showman incredibile, canta, fa ridere, balla...non ha vergogna di niente. Frequenta la scuola inglese in provincia di Milano e io ovviamente gli faccio da autista».

Che genitori siete?
«Siamo due genitori ansiosi e apprensivi. Amadeus più di me. Pensa sempre ai pericoli che ci possono essere fuori e teme per la sua salute.
Da vero ipocondriaco, se vede un brufolino in più deve subito fargli fare un controllo».

È un papà presente?
«Presente anche quando non c’è. Segue tutto a distanza ma è tranquillo perché sa che ci sono io. Sono il faro della famiglia, gestisco tutto e mantengo ogni cosa sotto controllo».

Sarà stato difficile conciliare tutto questo col lavoro?
«È stata una scelta naturale e immediata. José da subito è stata la mia priorità e ho deciso di mettere il lavoro da parte. Era il mio momento allora, potevo fare qualsiasi cosa, ma sono cambiate le circostanze della vita ed è stato giusto così».

Rimpianti?
«Nessuno. Avevo realizzato tutto quello che volevo: volevo fare la ballerina e l’ho fatto. Volevo una famiglia bellissima e l’ho fatta. Ora la mia priorità è vedere realizzati i sogni di mio figlio José e di Alice, la prima figlia di Ama. Naturalmente, quando ho tempo, faccio piccole cose che non mi impegnano troppo».

La sua bellissima famiglia napoletana invece?
«Ho un fratello che vive a Milano come me. I miei genitori Paolo e Gelsomina stanno a Napoli. Li sequestro per mesi quando sono impegnata per lavoro e li devo ringraziare per tutto. Da piccola mi hanno dato una libertà pazzesca, sono sempre stati al mio fianco, non mi hanno mai impedito di fare nulla. Mi hanno trasmesso valori importanti e un’educazione che mi riconoscono in tanti».

Balla ancora?
«Ho smesso quando è nato José anche perché, dopo una certa età, o fai la coreografa o apri una scuola di danza».

Uno non se lo immagina Amadeus in pantofole.
«In effetti è sempre molto impegnato anche in casa, al punto che devo togliergli le cuffiette per parlarci. Però un momento per le partite di José lo trova sempre, è il suo spazio vitale e in quel caso non esita a spegnere il telefono. Quanto alla casa, evito di fargli fare qualunque cosa, o ci mette troppo tempo o combina disastri».

 So che conosce e vede spesso Albertini.
«Lui e la moglie sono due persone squisite. Adorano Kira e ogni volta che la vedono si fermano a salutarla, è stata Kira a farci conoscere perché Albertini ha spesso in affido un boston terrier del suo carissimo amico. Siamo vicini di casa e ci si ritrova spesso ai giardini di City Life dove c’è un bel parco giochi per i cani».

Sala invece?
«L’ho conosciuto in treno anni fa, ci presentò mio marito. Le confesso che mi piace».

Ma dicono che Milano sia peggiorata.
«Sentendo le cose che accadono è un po’ peggiorata dal punto di vista della sicurezza ma a me non è mai accaduto niente di pericoloso. Abitando a City Life vedo molte guardie in zona. Ammetto tuttavia che ho molta paura a mandare mio figlio in giro da solo».

 Sala è criticato proprio per questo.
«Eppure sta facendo tanto per Milano ed è un sindaco attento. La sicurezza è di difficile gestione. Anche le piste ciclabili sono molto contestate ma sono un modo efficace per ridurre l’inquinamento».

Deduco che l’ha votato.
«Il voto è segreto. Diciamo che lo apprezzo».

Ma quel che si dice della Milano spaccata in due, un centro per ricchi e una periferia dei poveri?
«Non vivendo in periferia non mi accorgo di questa dicotomia. Ma quante periferie di Milano sono diventate bellissime! Anche l’Isola trent’anni fa era brutta e degradata e ora è un incanto».

Ci racconti la sua quotidianità... va a fare la spesa come noi comuni mortali? Giovanna ride.
«Ci sono mio figlio, la scuola, i compiti e ovviamente vado a fare la spesa come tutti nei supermercati della zona».

 Una vita più semplice di quella che uno si immagina.
«Noi viviamo due vite, quella spettacolare della televisione e quella familiare, quando si spegne il telecomando. Abbiamo piani separati. Anche mio figlio non è mai stato viziato e gli ho sempre raccomandato di stare con i piedi per terra».

Come si sente a questo punto della sua vita?
«Felice. Sono una giovane donna e mi sento realizzata. Devo dire che quando trovi l’altra metà della mela è una fortuna incredibile. È stato l’incontro di due anime, un incastro perfetto. Uno completa l’altro. Ed è una cosa che non avviene spesso».

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