"Hotel California", trafugato il manoscritto degli Eagles: il giallo che fa bollire gli Usa
“Welcome to the Hotel California”. O meglio: benvenuti in tribunale, a New York, in un processo appena iniziato. Al centro della contesa c’è un foglietto giallo a righe scritto quasi mezzo secolo fa, precisamente nel 1976, annodi uscita del classicone rock dedicato proprio a quell’albergo mitologico, il cui nome, Hotel Califonia, ha dato il titolo alla canzone forse più famosa degli Eagles. I quattro rapaci del rock, Glenn Frey, Don Henley, Bernie Leadon e Randy Meisne, la formazione originale degli anni 70, col processo in oggetto c’entrano, però, relativamente poco. Non foss’altro perché due dei quattro, Glenn Frey nel 2016 e Randy Meisne la scorsa estate, sono nel frattempo anche deceduti.
Vivi e vegeti sono invece i tre imputati chiamati a comparire in questi giorni davanti ai giudici newyorchesi. Si tratta di Glenn Horowitz, commerciante di libri rari, Fame Craig Inciardi, ex curatore della Rock & Roll Hall of Fame e di Edward Kosinski, famoso commerciante di cimeli. Ad unirli, a quanto pare, ci sono sicuramente lavori affini, tanto alla storia della musica quanto all’antiquariato letterario.
E il giallo, infatti, attorno al quale ruoterà il processo è capire come e perché il manoscritto sia finito nelle mani di questi tre individui che secondo l’accusa avrebbero rivenduto illegalmente il materiale di proprietà di Don Henley che degli Eagles è ancora il batterista oltre che il paroliere della maggior parte delle canzoni.
I tre imputati si professano innocenti avendo dichiarato più volte di essere entrati in possesso del cimelio per vie totalmente legali. La corte di Manhattan sicuramente nelle prossime settimane convocherà in aula Don Henley per provare, assieme a lui, a fare un po’ di chiarezza sull’inizio della storia. La chiave di volta di questo singolare giallo d’epoca, infatti, potrebbe essere Ed Sanders, uno scrittore, a sua volta musicista della scena underground newyorchese, che aveva intenzione di redigere una biografia del gruppo rock, in realtà poi mai venuta a luce, il quale nel corso del suo lavoro di ricerca si sarebbe impossessato lui per primo, fraudolentemente, dei manoscritti che poi avrebbe rivenduto in tempi più recenti al più in vista dei tre imputati, il commerciante di cimeli, molto conosciuto nella Grande Mela. Un’operazione che sarebbe fruttata a Sanders 50mila dollari. Atto risalente al 2005.
Giallo nel giallo, semmai, è il fatto che lo scrittore-musicista e presunto ladro nel processo che si sta celebrando non compaia tra gli imputati. Questo accade perché in realtà, tra la polvere di tanti anni e le numerosissime versioni su chi in realtà avesse fornito il materiale a Sanders, non si riesca ad evincere la certezza che quel materiale sia stato in realtà rubato. Mentre di sicuro, secondo i giudici, c’è la cospirazione, una sorta di associazione a delinquere, tra i tre imputati che dalla vendita di quelle rarità hanno tratto benefici senza che ad oggi neppure loro stessi riescano bene a spiegare come quei foglietti pieni di poesia, e magari un po’ di magia, siano finiti tra le loro mani.
Di certo al pubblico e ai media americani non dispiacerebbe se, in una delle udienze che già si preannunciano singolari quanto (sperano in molti) spettacolari, un po’ tutti i protagonisti di questa annosa e irrisolta vicenda, riescano a trovare un accordo proprio sull’onda lunga del più famoso assolo di chitarra, presente in Hotel California. Per giungere magari alla conclusione che, a forza di scrivere di cannette, di un non chiarito ma introvabile vino del 1969 e di champagne rosa con ghiaccio, gli Eagles possano magari – banalmente – aver perso i loro carteggi, senza perdere l’ispirazione, le note e la storia che ne sono derivati. E la cospirazione, posto che ce ne sia una, sia stata fatta ad arte. O meglio in nome dell’arte e della musica che ancora oggi vola sulle ali degli Eagles. Mentre nell’Hotel California, di sicuro, ci sarà posto anche per i giudici che dovranno emettere l’ardua e musicale sentenza.