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Serena Bortone fa la martire: "Non avrei mai potuto aderire a un regime"

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Serena Bortone si dice tranquilla in merito alla lettera di contestazione inviatagli dalla Rai. L'azienda ha puntato il dito contro il tweet con cui la conduttrice di Che sarà su Rai Tre ha accusato di aver censurato il monologo di Antonio Scurati. La giornalista si è presentata alla giornata d'apertura del Salone del libro di Torino per presentare il suo nuovo libro A te vicino così dolce.

Il primo romanzo della Bortone, in parte autobiografico, racconta la transizione di un amico delle scuole superiori, nato donna e diventato uomo. Prima che iniziasse il dialogo attorno allo scritto, non poteva mancare la domanda su quanto stesse accadendo con la Rai: "Sto procedendo con avvocato e sindacato, l'azienda sa che sono qui al Salone del Libro per presentare il mio romanzo, non per discutere del resto, e voglio godermi questa festa. Vengo anzi animata dalla massima serenità".

 

 

Fra un'accusa di censura e una di bavaglio all'informazione, non poteva mancare il riferimento al fascismo. Non sia mai che non venga rievocato il feticcio della sinistra, anche questa volta tirato in ballo per la campagna elettorale: "Se fossi vissuta durante il fascismo so che non avrei mai potuto aderirvi, nemmeno per quieto vivere, perché le dittature non contemplano il dubbio. E il dubbio sta alla base dell'evoluzione umana". Per fortuna nostra e della Bortone, nessuno vive più sotto un regime. Repetita iuvant.

 

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