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Emma Dante, il maschio di serie B: per la sinistra è meglio dare lavoro a un gay

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Luca Beatrice
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Un lapsus? Fino a un certo punto. Perché il post di Emma Dante su Facebook, precipitoso ma sincero, nasconde una profonda verità: in certi lavori essere “donna o gay” offre una posizione di vantaggio.

Non è un mistero che nel mondo della moda, dell’arte, del teatro, della danza, del cinema, della cultura in generale le due categorie indicate dalla regista palermitana viaggiano su una corsia preferenziale rispetto agli altri, quelli intesi come genericamente maschi. Esiste una lobby gay nella creatività internazionale? Assolutamente sì. Le donne gestiscono molto potere in ambito culturale? Altrettanto evidente, non c’è da stupirsi né da gridare allo scandalo. Qualcuno potrà anche dire “finalmente”. E ilmaschio eterosessuale che fa? Si aggiusti, storicamente non è proprio il suo momento.

 

 

 

Appena un paio di giorni dopo che la stilista Elisabetta Franchi si era presa una bella accusa di discriminazione per aver detto «assumo soprattutto donne over 40» (a mio avviso niente di sbagliato, soprattutto nell’attuale mercato del lavoro che tende a non considerare l’età di mezzo, nonostante esperienza e affidabilità siano importanti valori), Emma Dante ha messo sul web un’interessante anzi allettante offerta professionale: cercasi assistente di regie liriche da affiancare al fido
Federico Gagliardi. Richiesta la conoscenza dell’inglese e se possibile anche del francese (ci sta). «Chi è donna o gay è avvantaggiato, anche se l’appello è rivolto pure ai maschi».

Dopo aver scritto questa stupidaggine ha schiacciato in fretta il tasto invio, senza pensarci troppo, qualcuno deve averle detto qualcosa e l’ha cancellato in fretta ma al web bastano pochi minuti per “scatenare l’inferno”. Dagospia l’ha subito ripreso moltiplicandone l’effetto. Prontamente la Dante si è corretta, «ok, visto che vi siete tanto risentiti, l’annuncio è rivolto a tutte e tutti».

Decisamente un passo indietro rispetto alle provocazioni cui ci aveva abituato. Seil Cristo dei suoi Dialoghi delle carmelitane era raffigurato senza sesso, ovvero né uomo né donna o forse entrambi o magari nessuno, l’assistente tipo per Emma Dante non può di certo essere maschio eterosessuale, figura retriva, reazionaria, demodé, che pur rappresentando ancora la maggioranza delle persone, o forse proprio per questo, dimostra uno scarsissimo appeal in quegli ambienti dove Emma e i suoi dettano legge. Troppo avanti con l’età per dirsi fluida, appannaggio estetico dei giovani un po’ confusi, la regista esclude in prima battuta dal suo casting il maschio eterosessuale.

 

 

 

Chissà come la pensa il marito Carmine Maringola, però si sa che in certi giri la mentalità è molto aperta, mica come noi che siamo abituati a tagliare l’aria con l’accetta e dividere il mondo in categorie nette, o è bianco o è nero. Peraltro un gay sarebbe stato perfetto per interpretare Oscar Wilde, ma trattandosi di un assistente alla regia, suppongo che la scelta dovrebbe cadere su una persona entusiasta, disponibile, curiosa, indipendentemente dalle preferenze sessuali. Che poi è davvero necessario esplicitarle sul proprio curriculum vitae? La riservatezza non è più considerata un valore? Ora sto riflettendo se sentirmi o meno discriminato, in quanto granitico eterosessuale e senza il benché minimo dubbio in proposito (potrei anche votare a sinistra un giorno, non diventare gay e tanto meno cambiare squadra di calcio), che se avessi mai avuto bisogno o desiderio di quel lavoro sarei partito in ultima fila. Ne avrei preso atto guardandomi intorno, ci sono mille altri mestieri dove i gay rappresentano la maggioranza, lo sappiamo bene, non mi stupisce e non mi indigna di certo, ma francamente non sapevo che fosse necessario o auspicabile per un assistente di regia. Ancora una volta il “giro giusto” della sinistra bene si smaschera per quello che è: falso, ipocrita, predica bene razzola malissimo. Immaginatevi se avessi scritto cercasi assistente curatore di mostre, meglio se maschio cui piacciono le donne, ancora meglio se trombatore seriale. O se avessi detto, va bene donna ma che abbia già figli grandi o non abbia intenzione di farne, almeno per il momento. Sarei stato preso per pazzo, un idiota totale e avrebbero avuto ragione. Solo che certe regole, quantomeno di buon gusto, valgono solo in una certa direzione. Di qua vieni massacrato a ogni battito di ciglia, qualsiasi opinione appena fuori dalle righe può essere utilizzata contro di te, devi stare attento a come ti muovi, con chi parli, che messaggi mandi, un complimento può essere facilmente equivocato e il nuovo motto è diventato “taci il nemico ti ascolta”. Altri, quelli auto investitisi di gran talento, sensibilità, cultura, intelligenza, anticonformismo, possono sparare qualsiasi minchiata e magari c’è pure chi dà loro ragione. Sono imbarazzanti e fanno finta di niente. A mio figlio nel dubbio consiglierei di farsi uno stagionale da animatore in un villaggio turistico invece di candidarsi ad assistente per Emma Dante. (...) della moda, dell’arte, del teatro, della danza, del cinema, della cultura in generale le due categorie indicate dalla regista palermitana viaggiano su una corsia preferenziale rispetto agli altri, quelli intesi come genericamente maschi. Esiste una lobby gay nella creatività internazionale? Assolutamente sì. Le donne gestiscono molto potere in ambito culturale? Altrettanto evidente, non c’è da stupirsi né da gridare allo scandalo. Qualcuno potrà anche dire “finalmente”. E il maschio eterosessuale che fa? Si aggiusti, storicamente non è proprio il suo momento.

Appena un paio di giorni dopo che la stilista Elisabetta Franchi si era presa una bella accusa di discriminazione per aver detto «assumo soprattutto donne over 40» (a mio avviso niente di sbagliato, soprattutto nell’attuale mercato del lavoro che tende a non considerare l’età di mezzo, nonostante esperienza e affidabilità siano importanti valori), Emma Dante ha messo sul web un’interessante anzi allettante offerta professionale: cercasi assistente di regie liriche da affiancare al fido Federico Gagliardi. Richiesta la conoscenza dell’inglese e se possibile anche del francese (ci sta). «Chi è donna o gay è avvantaggiato, anche se l’appello è rivolto pure ai maschi». Dopo aver scritto questa stupidaggine ha schiacciato in fretta il tasto invio, senza pensarci troppo, qualcuno deve averle detto qualcosa e l’ha cancellato in fretta ma al web bastano pochi minuti per “scatenare l’inferno”. Dagospia l’ha subito ripreso moltiplicandone l’effetto. Prontamente la Dante si è corretta, «ok, visto che vi siete tanto risentiti, l’annuncio è rivolto a tutte e tutti».

Decisamente un passo indietro rispetto alle provocazioni cui ci aveva abituato. Se il Cristo dei suoi Dialoghi delle carmelitane era raffigurato senza sesso, ovvero né uomo né donna o forse entrambi o magari nessuno, l’assistente tipo per Emma Dante non può di certo essere maschio eterosessuale, figura retriva, reazionaria, demodé, che pur rappresentando ancora la maggioranza delle persone, o forse proprio per questo, dimostra uno scarsissimo appeal in quegli ambienti dove Emma e i suoi dettano legge. Troppo avanti con l’età per dirsi fluida, appannaggio estetico dei giovani un po’ confusi, la regista esclude in prima battuta dal suo casting il maschio eterosessuale. Chissà come la pensa il marito Carmi < • Emma Dante l post di Emma Dante sui social 

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