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Maria Teresa Ruta, il dramma: "Cosa mi è successo dopo la morte di mio padre"

Roberto Tortora
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E così anche Maria Teresa Ruta è finita nel salotto di “Storie Di Donne Al Bivio”, il programma-confessionale di Monica Setta in onda su Rai2 in seconda serata. L’ex-conduttrice ora si gode la vita felice da nonna, ad accudire i suoi Noah e Anita, figli rispettivamente di Guenda e Gian Amedeo Goria. È, però, anche una donna in procinto di sposarsi o meglio avrebbe dovuto farlo il prossimo mese di ottobre con il suo compagno Roberto Zappulla, ma il tutto è stato rimandato per i nipotini: “Sono diventata nonna di Noah e Anita, figli di Guenda e Gian Amedeo. Si, voglio godere i miei nipoti e per questo io e Roberto abbiamo spostato le nozze al 2025. Ci amiamo molto e per un certo periodo, anni fa, avevamo deciso di avere un figlio nostro. Decidemmo di seguire l'iter della procreazione assistita, ma arrivati al momento di partire per l'estero, malgrado le valigie pronte, decisi di fermarmi e interrompere quel sogno. Temevo che i miei figli allora piccoli ne avrebbero sofferto. Invece quando Guenda è diventata mamma mi ha confessato che sarebbe stata felice di avere un fratellino da me e Roberto. Appena partorito – racconta la Ruta - ha voluto me al suo fianco e mi ha detto la cosa più dolce del mondo: sei una mamma meravigliosa”. 


Un momento duro Maria Teresa Ruta lo ha vissuto non molto tempo fa, per fortuna ne è uscita: “Io non pensavo che la depressione esistesse per me perché sono una persona solare, sempre sorridente e ottimista. Mia mamma ne ha sofferto e ne soffre ancora, quindi la temevo. Quando è arrivata - ha raccontato invece a Storie italiane - ero ben presente con la testa. In alcuni momenti ho provato dei malesseri interiori legati ad una mia insoddisfazione mentre mi guardavo allo specchio e mentre non lavoravo. Mi sono fatta aiutare dalle amiche, da mia mamma, da mio marito Roberto e da Guenda stessa facendomi coinvolgere per non sentirmi tagliata fuori. Due anni fa è arrivata la depressione neurochimica e ho dovuto cedere, per quella non avevo giustificazioni. Ho detto anche lì io ce la faccio da sola io non l'ho mai rivelato i pensieri miei non mi corrispondevano, io pensavo cose brutte. Roberto lì mi ha detto 'no devi andare dal medico' e io ho iniziato una cura e adesso sono felice di averlo fatto ma ci ho messo 5-6 mesi in cui in quel buio che vedevo al mattino non mi volevo svegliare, alzare, vestire e lavare. Mi arrabbiavo con me stessa perché ho tutto, ho avuto tutto, la vita è stata generosa con me, tanto che persino mio fratello si è arrabbiato con me. Spesso mi diceva "hai tutto, perché sei depressa?".

 

 

La causa di tutto? La perdita del padre: “C'è stato un momento scatenante, la perdita di mio papà. È stato un momento in cui mi sono sentita come se un pezzo di me molto profondo fosse andato via, io gli assomiglio tanto. Mi ha sempre capita e non mi ha mai giudicata, se stavo male faceva un passo indietro. Anche le persone che ti vogliono bene se stai male ti dicono ‘ma dai non è niente, ma proprio tu’. Lui quella frase non me l'ha mai detta, mi è mancato il pilastro a cui attaccarmi. Quando la depressione viene è qualcosa che non riesci a governare: è una malattia che, come la lebbra, gli altri rifuggono, se una persona ha la depressione è come se avesse una malattia contagiosa”.

 

 

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