Libero logo

L’epica burla al Magnotta è un docu-film

di Daniele Priorimercoledì 26 novembre 2025
L’epica burla al Magnotta è un docu-film

2' di lettura

Chissà se il docufilm di Alessio De Leonardis, Semplice cliente, fresco d’uscita, diventerà virale come il suo protagonista che era invece semplicemente Magnotta. Anzi, per usare il suo gergo da abruzzese duro e puro, «So’ Magnotta», ovvero il bidello aquilano che nel 1987 è stato vittima dello scherzo telefonico più lungo, riuscito e clamoroso della storia. Tanto da esser diventato fenomeno di costume, “virale” quando ancora questo aggettivo faceva pensare solo a fastidiosi malanni, fino ad essere tramandato per generazioni su tutti i supporti possibili. Prima le mitiche musicassette anni 80, quando - si dice - uno di questi duplicati arrivò persino sullo yacht dell’Avvocato Agnelli, per passare poi al formato mp3 e ora su YouTube e social vari, dove Magnotta è presente su più pagine e gruppi di fan a lui dedicati. Lui che non aveva alcuna intenzione di diventare famoso, in quanto, appunto, solo “semplice cliente” di un negozio del centro de L’Aquila dove, nel lontano 1981, aveva comprato una lavatrice San Giorgio, sarà invece ricordato per sempre come «quello dello scherzo della lavatrice», ordito ai suoi danni da due ex alunni della scuola dove il malcapitato ma poi oltremodo amato ausiliario ha prestato servizio per oltre trentacinque anni.

Questa storia, raccontata per quello che in effetti è stata, una favola figlia dell’Italia profonda di 40 anni fa, un po’ più spensierata di quella di oggi, continuerà ora a vivere in una piccola ma bella opera cinematografica prodotta da da Duende Film e distribuita da Mescalito Film, che sta girando in alcune sale d’Italia tra l’Abruzzo e Roma, dove resterà anche il 4 e l’8 dicembre, per salire poi a CityLife di Milano l’11 dicembre e concludere il suo tour di serate evento ancora nella capitale il 16 dicembre al cinema Barberini. Una testimonianza che nei suoi intenti ha certamente quello di far ridere ancora ma anche riflettere. Come in tutte le fiabe, infatti, anche in questa c’è una principessa triste, la figlia di Magnotta, Romina che non prese proprio benissimo, i primi anni, la fama del padre, essendo divenuta lei stessa, nella sua città, oggetto di scherno sicuramente non gradevole.

La ragazza, ormai donna, fornisce per la prima volta la sua versione dei fatti, confermando - così come ha fatto addirittura il sindaco de L’Aquila, Pierluigi Biondi, la duplice valenza che la sorte ha riservato a Mario Magnotta. Il caso ha voluto, infatti, che l’uomo sia venuto a mancare nel gennaio 2009 in quello che sarebbe diventato, di lì a tre mesi, il tristemente celebre ospedale del capoluogo abruzzese, devastato dal terremoto. Una città in cui, negli anni a seguire, anche la memoria e l’esempio di un personaggio come Magnotta, divertente e noto su scala pressoché nazionale, passato dalle derisioni subite ad essere l’autoironico interprete di se stesso, può aver aiutato L’Aquila e gli aquilani a rialzarsi da terra. Dimostrando come essere cittadini semplici spesso rappresenta la vera carta di una riscossa che, nel caso di Magnotta, ha trasformato un “semplice cliente” in un autentico eroe popolare.