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Giuseppe Conte, "Trump o Biden?": la supercazzola che frantuma il campo largo

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Quella sull'Abruzzo non è stata l'unica gaffe di Giuseppe Conte a Otto e mezzo, giovedì sera su La7. Ospite di Lilli Gruber e "torchiato" da Massimo Giannini di Repubblica e Monica Guerzoni del Corriere della Sera, di fronte alle analisi sulle regionali in Abruzzo di domani di quest'ultima il leader del Movimento 5 Stelle aveva azzardato: "Lei non conosce bene gli abruzzesi".

In tutta risposta, la Guerzoni gli aveva fatto notare: "Le ricordo che lei è pugliese", scatenando le risate in studio con l'ex premier spiazzato e costretto ad arrampicarsi sugli specchi con una surreale autodifesa: "Ma conosco bene l'Abruzzo, ci passo spesso". E giù altri sfottò.

 

 

 

Ma al di là del "colore", c'è stato un altro passaggio capace di sottolineare il "situazionismo" dell'avvocato di Volturara Appula, capace di contorsionismi dialettici e retromarce politiche stupefacenti. Il momento coincide con la domanda, l'ennesima, di Gruber che chiede al pentastellato di prendere una posizione netta: "Biden o Trump?". Già in passato aveva svicolato comicamente, ma stavolta, per così dire, il tempo stringe. A fine 2024 ci saranno le presidenziali Usa e un leader di centrosinistra italiano non dovrebbe avere dubbi su chi preferire alla Casa Bianca. Niente da fare, Conte non se la sente proprio di dare una risposta. 

"Beh, noi difenderemo l'interesse nazionale, con uno o con l'altro". Risposta che lascia di sasso gli interlocutori. Quindi Conte entra nello specifico. "Fra Trump e Biden c'è una tifoseria. Per le politiche interne Biden è di area progressista, la nostra di riferimento". Ma qui cominciano i dolori, perché le parole di quello che Trump ai tempi delle rispettive presidenze aveva affettuosamente ribattezzato come "l'amico Giuseppi" non faranno piacere a Elly Schlein, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, peraltro pronunciate alla vigilia delle regionali in Abruzzo dove si presenteranno tutti insieme. Non proprio la carta da giocare per far credere a una coalizione di governo, locale e nazionale, coesa e di prospettiva a lungo termine.

 

 

 

"Per quanto riguarda la politica estera non ci lascia soddisfatti per la strategia militare perseguita in Ucraina e crediamo abbia sbagliato anche a Gaza perché i 30mila morti sono dovuti anche alla copertura politica data a Netanyahu e al suo governo". Insomma, il democratico bocciato su tutti i fronti. E Trump? "Ho già detto e dichiarato che Capitol Hill è una pagina assolutamente negativa della storia degli Stati Uniti. In ogni caso, ci prepariamo a tutelare l'interesse nazionale". Appunto.

Ultime parole, al veleno, per la premier Giorgia Meloni dopo la sua visita alla Casa Bianca: "Le immagini valgono più di tutto. C'è un bacio e un accarezzamento della testa. Pensate che Biden avrebbe trattato così Merkel? Non andrei a Washington a prendere istruzioni. Le politiche di Trump non le condivido tutte. Ma io comunque credo e spero che chiunque sia, si spenderà per un negoziato di pace". Auguri.


 

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