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Quarta Repubblica, Paolo Mieli stronca Pd e 5S: "Il campo largo è una fesseria"

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La sconfitta in Abruzzo non cambia la linea di Elly Schlein. Una linea che "è sempre la stessa dall’inizio, dalle primarie", dicono i suoi. Ovvero quel "testardamente unitari" che però, nonostante l’ampia coalizione, non è servito a espugnare la regione che ha nettamente confermato il meloniano Marco Marsilio presidente. 

Ma per Schlein non è l’anno zero del campo progressista. Anzi, la segretaria rilancia: "Unendo le nostre forze attorno a una visione comune abbiamo riaperto la partita e ridotto" lo scarto che c’era all’inizio della campagna elettorale. "Questo ci sprona a continuare a batterci con ancora più determinazione per costruire un’alternativa solida".

 

 

E proprio l'esito del voto in Abruzzo e il "campo largo" della sinistra per cercare di battere la destra nelle prossime elezioni è al centro del dibattito dell'inizio della puntata di ieri sera 11 marzo di Quarta Repubblica, condotta da Nicola Porro su Rete 4. Paolo Mieli non crede nella possibilità che il cosiddetto "campo largo" possa aiutare la sinistra a vincere, anzi. "Fin dall’inizio penso che il campo largo sia una fesseria", taglia corto lo storico e giornalista già direttore de Il Corriere della Sera. "Il centrosinistra deve partire da un nucleo fondante e solido", sostiene Mieli.

Secondo Barbara Palombelli: "Come federatore stanno aspettando Paolo Gentiloni". 

 

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