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Fuga da Alcatraz, il macho Clint Eastwood non muore mai: un dato sorprendente

Klaus Davi
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Vi proponiamo "Tele...raccomando", la rubrica di Klaus Davi dedicata al piccolo schermo

CHI SALE (Fuga da Alcatraz)
In una serata dominata dal duello fra l’ultima puntata di Le indagini di Lolita Lobosco su Rai 1, al 27% di share, e la finale del Grande Fratello, al 24% con l’inattesa vittoria di Perla Vatiero, salta all’occhio degli analisti Auditel il risultato di Fuga dal Alcatraz, film del 1979 interpretato da Clint Eastwood. Partiamo dal dato: quasi 500mila spettatori e il 2.3% di share nel prime time di Iris, un piccolo miracolo per una “nativa digitale” mandata al massacro contro simili colossi. Secondo OmnicomMediaGroup target per lo più maschile over 35 con buona tenuta tra i 25/34 anni.

Come si spiega un tale exploit? Di sicuro attrae un evergreen che “metaforizza” il tema delle carceri interpretato da alcuni critici come fuga dal politically correct e da lacci e lacciuoli delle convenzioni. Interpretazioni azzardate? Forse. Il dato di penetrazione sugli uomini ( 57% del panel) senza disdegnare le donne ci fa pensare a un numero consistente di individui che non si adeguano agli schemi castranti imposti dai radical chic di un maschio metrosexual.

Dovrebbe far riflettere la sinistra che eroi come il mitico Clint, Bud Spencer e Terence Hill o Rambo abbiano ancora una simile presa sul pubblico. In questo caso le curve adombrano la testimonianza del rifiuto quasi genetico per le regole del puritanesimo gauchista da parte di una folta componente dell ‘ audience.

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