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Giorgio Armani in tv, i segreti del re “scelto dagli italiani”

di Claudio Brigliadori domenica 7 settembre 2025

2' di lettura

Anche la tv rende omaggio a Giorgio Armani, The gorgeous, l’italiano più famoso nel mondo. Un atto dovuto, trattandosi di un autentico genio capace di reinventare non solo la moda, ma l’immagine è la percezione che uomini e donne hanno di loro stessi. «Con un’opera di riduzione ha reso sicure le persone», spiega Simone Marchetti, direttore di Vanity Fair ospite di Giuseppe Brindisi a Zona bianca su Rete 4.

«Gli abiti non sono vestiti, sono pensieri che si appoggiano alla pelle. Lui l’aveva capito molto bene e l’aveva trasformato in azione. Quando una donna entrava in un consiglio d’amministrazione non con un tailleur per esempio di Chanel ma con altri abiti e indumenti diciamo più standard, riusciva a conquistarsi il suo spazio, anche fisico, perché c'era un nuovo pensiero. Questo è il potere della moda quando è veramente grande. La moda non sono mai vestiti, ma pensieri che sono capaci di farsi spazio nel mondo».

La giornalista Francesca Navari affronta invece il tema dell’ultimo “colpo” del gruppo Armani, l’acquisto della mitica Capannina di Forte dei Marmi. Un gesto d'affetto per quel luogo, «in cui nel 1966 Armani, a quei tempi di una bellezza stratosferica, aveva conosciuto Sergio Galeotti. Un esperto d'arte, un creativo, un uomo di una gentilezza straordinaria». Suo compagno e suo socio, «un feeling di testa e di cuore, Galeotti fu il braccio destro che ha aiutato Armani negli Anni ’80 quando esplose la sua moda. Lui diceva: «Quando è morto Sergio se ne è andato anche un pezzo del mio cuore». Armani tornava sempre a Pietrasanta, dov’era nato Sergio, e si sussurra che segretamente andasse a trovare la tomba dov’è sepolto Galeotti».

Jo Squillo con Armani ha condivido una bella fetta di carriera e di vita: «Quanti sono gli attori e gli intellettuali a cui ha dato una casa, una valigia, spazi e idee?». «Armani è un pezzo di noi - ricorda ancora -, io vedevo la gente che piangeva per toccare Giorgio, anche a Dubai. Lui era inarrivabile ma umano, io l’ho incontrato per la prima volta in una toilette di casa sua, mentre si faceva la sfilata. Così è iniziata la nostra amicizia».

«Tutti continueremo a chiamarlo il re della moda - sottolinea Alba Parietti, commossa -. Essere re, per uno come lui, era il suo modo gentile di porsi. Era vicino alla gente ma portava qualcosa di estremamente alto. Noi siamo una Repubblica che ha eletto i suoi re». E Armani, forse, è stato il più grande.

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