Droni e fuochi d’artificio in studio a L’aria che tira, su La7. In collegamento da Augusta, in attesa di salpare con la Flotilla, Benedetta Scuderi difende a spada tratta gli attivisti pro-Pal ma trova due critici severissimi. La prima è Maria Teresa Meli, puntuta firma politica del Corriere della Sera. Si parte dai due presunti “attentati” alle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla ferme a Tunisi. I “gretini” sostengono che a colpirle sarebbero stati due droni. «Si va avanti ma è necessario che ci siano delle investigazioni serie», scandisce l’europarlamentare di Avs. «Non può essere un incidente perché gli attacchi arrivano dall’alto. Ci dovrebbe essere attenzione sugli attacchi su imbarcazioni civili con bandiere europee».
«Anche la Polonia ha la bandiera europea», le contesta la Meli riferendosi ai droni russi piovuti su Varsavia, un tema che alla sinistra risulta indifferente se non addirittura indigesto. Non solo. Dal Medio Oriente, prosegue la giornalista, «notizie certe non ce ne sono sia per colpa di Israele sia per colpa di Hamas».
«Ci sono solo giornalisti di Al Jazeera», conferma David Parenzo. «Non ci sono giornalisti obiettivi, io un giornalista di Al Jazeera non lo ritengo un giornalista obiettivo - puntualizza ancora la Meli -. Siccome io faccio la giornalista le faccio una domanda: chi paga il carburante della Flotilla?». E qui la Scuderi inizia a balbettare: «Sono tutte donazioni dal basso», «La lista delle persone le renderete pubbliche? O sono già pubbliche?». «Questo deve chiederlo all’amministrazione della Flotilla, non posso dirlo io». Il peggio però deve ancora venire.
In studio c’è anche Raffaele Speranzon, combattivo senatore di Fratelli d’Italia. «Attacchi di droni? Secondo tutti coloro i quali hanno un po’ di conoscenza tecnica è una ricostruzione fantasiosa - puntualizza l’onorevole -. Nei filmati la luce molto forte non è compatibile con un drone. Se fosse stato un drone la nave sarebbe affondata, ci sarebbero stati feriti e danni evidenti. Era un razzo di segnalazione».
«Capisco che nella logica della propaganda tutto si può dire, ma con dei limiti. È una commedia», attacca ancora il meloniano provocando la reazione indignata del deputato M5S Michele Gubitosa. «Lei sta dicendo che è finto l’attacco?». «Certo, - conferma Speranzon-, conoscendo i centri sociali e le sigle comuniste che alimentano questa roba non mi meraviglierei se fosse una farsa. Se perfino la guardia costiera tunisina, che certamente non è al soldo di Israele, ha negato la presenza di droni...».