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Askatasuna, Marco Revelli-choc a L'aria che tira: delirio rosso e caos in studio

di Claudio Brigliadori giovedì 25 dicembre 2025

2' di lettura

Tutti zitti, parla Marco Revelli. Lezione di democrazia (o presunta tale) dello storico, in collegamento con David Parenzo a L’Aria che tira su La7. Un delirio rosso su Askatasuna e Viminale capace di far storcere il naso al padrone di casa. E un altro ospite, il sempre frizzantino Luigi Crespi, che non gliele manda a dire.

«Il governo, anzi il ministro Piantedosi ha scelto di fare un’operazione muscolare a Torino ai danni della città», attacca il professore sullo sgombero del centro sociale. In sottofondo, Crespi sbotta a microfono aperto: «Che c***o dice?». Revelli va avanti a spron battuto: «La scelta dei modi e dei tempi dello sgombero è sciagurata, chiunque si occupi di gestione dell'ordine pubblico lo direbbe. Nei giorni immediatamente precedenti al Natale, con le città strapiene, con i commercianti che devono incassare quello che possono, riempire di blindati e di centinaia e centinaia di agenti in tenuta antisommossa un quartiere...». Parenzo fa sommessamente notare che «però c’era stato anche l’assalto a La Stampa, quotidiano sul quale anche lei scrive».

Senza imbarazzo, lo storico replica: «Una cosa per volta. Gli episodi de La Stampa sono di una gravità estrema da un punto di vista simbolico, i danni materiali sono minimi. Attaccare un giornale è un gesto grave e irresponsabile. Nei locali di Askatasuna invece la devastazione è stata pesante, è stato persino stracciato e calpestato un grosso manifesto che riproduceva Dante Di Nanni, nessuno lo conoscerà di quelli che governano oggi: è stato un eroe della resistenza, un giovane massacrato dalle brigate nere qui a Torino». Mentre «la guerriglia di questi giorni è stata una scelta dei responsabili dell’ordine pubblico. Dopodiché quale rischio per l’ordine pubblico c'era in quello stabile?».

«Alcuni protagonisti di Askatasuna si erano resi responsabili di cose gravissime, oltre all’assalto a La Stampa, i no Tav, le bombe carta...», sottolinea Parenzo che si becca il rimbrotto del prof: «Cerchi di fare il conduttore imparziale, per favore». E Crespi non ci sta: «Avremo diritto a replicare o dobbiamo aspettare qua in ginocchio ad ascoltarla, sudditi? Porti rispetto ai giornalisti, visto che ci dà lezioni di democrazia. Mi tocca difendere Parenzo...». Il mondo alla rovescia.

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