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Sci, Coppa del Mondo al via. Matteo Marsaglia: "Parto con il gigante e al Mondiale..."

Giulio Bucchi
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La stagione di sci alpino è alle porte. Sabato e domenica 25-26 ottobre il circo bianco riapre i battenti con il tradizionale gigante sulle nevi di Soelden. L'obiettivo principale è ben figurare in Coppa per farsi trovare pronti a Vail, ovvero all'appuntamento del Mondiale a stelle e strisce. Alla vigilia dell'apertura del cancelletto parla uno che ha letteralmente scoperto l'America e spera di potersi ripetere a febbraio: il velocista Matteo Marsaglia, un romano romanista con gli sci nel destino, che quest'anno riserva una nuova sfida. "Mi sono allenato in gigante - afferma contattato telefonicamente lo sciatore -. Mi è sempre piaciuto, non lo ho mai lasciato del tutto, ma a causa di infortuni ho prediletto la velocità. La stagione scorsa ho partecipato a qualche gara con buoni risultati, per cui ho deciso di togliermi qualche dubbio, il cosiddetto sassolino e fare la preparazione anche con la squadra delle discipline tecniche". Questione di stimoli, ma pure di divertimento e miglioramento nella velocità. "Ho riscontrato che, quando ho un buon rendimento tra le porte un po' più strette, poi ho benefici pure in supergigante e discesa. Del resto la tecnica è fondamentale e l'abbiamo sempre curata anche negli anni precedenti. Essermi diviso tra i due gruppi non è stato difficile e credo sia stato utile, perché mi permette di mettermi alla prova dandomi ancor più motivazione. Senza trascurare il divertimento, il cui contributo è fondamentale". L'azzurro, dopo un primo periodo di preparazione a secco, ha messo a punto tutti i dettagli viaggiando tra l'Europa e il Sud America e guarda ai prossimi mesi con ottimismo, perché le sensazioni sono positive e non si sono verificati intoppi. "Finalmente tutto è andato liscio, ho potuto lavorare duro senza acciacchi. Sono veramente contento sia per la parte atletica che per quella tecnica. Nonostante il meteo sia stato ballerino, sia a Les Deux Alpes che a Ushuaia ho potuto organizzarmi su più giorni e quindi completare il programma. Nelle ultime settimane a Moelltal e Hintertux abbiamo trovato condizioni favorevoli, sono fiducioso. Soelden è una pista tosta, ma non vedo l'ora di confrontarmi e vedere a che punto siamo. Sono curioso, spero di esprimere in gara quel che dimostro in allenamento".  Matteo vuole tornare al livello della stagione 2012/2013, quella della prima vittoria a Beaver Creek, dopo un anno travagliato a più riprese. Le basi sono solide, la voce tradisce ancor più determinazione. "Non andare a Sochi mi è dispiaciuto perché era una pista adatta alle mie caratteristiche. Al mondiale so di potermi togliere delle soddisfazioni, non solo in SuperG ma pure in combinata, visto che lo slalom è previsto su un tracciato dove posso difendermi. Il gigante, chissà. Per il resto, non voglio avere rimpianti". Proprio in vista degli impegni nel ruolo di "uomo jet" l'azzurro ha curato con più dedizione il suo tallone d'Achille, quella fase di scorrimento che sulle pendenze meno tecniche lo ha fregato in più occasioni. "In Argentina ho preceduto i miei compagni di qualche giorno e mi sono aggregato a Svindal, Jansrud e altri discesisti. Ho cercato di migliorare nei tratti di scivolamento. Mi sono concentrato pure sui materiali e un piccolo passo sembra esser stato fatto. Prima di fine novembre avremo tre settimane intense in Nord America per ulteriormente progredire". L'ultimo pensiero va ai suoi compagni, giovani di prospettiva e veterani indomiti, con uno sguardo al futuro e alla competitività tricolore. "Non posso pronunciarmi sull'intera squadra azzurra, ma De Aliprandini e Nani possono compiere il salto di qualità, dopo gli ottimi riscontri dell'inverno 2014. Poi mai sottovalutare Simoncelli e Blardone. Abbiamo grandi potenzialità in ogni gruppo, i ragazzi dello speciale sono molto forti così come i velocisti. E' un peccato che finora non siamo riusciti a emergere tutti nello stesso periodo. Speriamo di tornare presto protagonisti assoluti in tutte le discipline, sarebbe meraviglioso per l'intero movimento". di Giulia Volponi

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