Milan di Brocchi senza cuore: il Verona fatale vince 2-1, sesto posto a rischio
La "fatal Verona", "una squadra di Brocchi". Frasi fatte e sfottò non si contano, ma il Milan visto al Bentegodi li merita tutti: i rossoneri di Brocchi (il mister) perdono 2-1 al 94' contro il Verona di Del Neri, retrocessa (l'1-0 del Carpi arriva prima di cena ed è una condanna definitiva) ma che di brocchi non è composta. Al contrario, i gialloblu sono uomini veri: sudano, sprecano, sbagliano, ci credono fino all'ultimo perché un pareggio non sarebbe comunque servito ad evitare la Serie B. Europa League a rischio (se interessa) - Al contrario, la sconfitta complica e non poco i piani europei del Milan, ora con un solo punto di vantaggio sul Sassuolo a 3 giornate dalla fine. Sempre ammesso che una Europa League con annessi preliminari (e dunque tournée milionaria negli Usa da annullare per accavallamento di date a luglio) interessi davvero a Berlusconi e Galliani. Il gol su punizione di Siligardi all'ultimo secondo (un tiro forte e preciso, a giro, "alla Mihajlovic") serve agli scaligeri solo a salvare l'orgoglio e ritardare di qualche ora l'amarezza, ma l'entusiasmo di giocatori e tifosi conferma l'unica verità possibile nel calcio: quando si dà tutto, è più facile accettare anche i verdetti più negativi. Belgiuoco contro cuore - L'esatto contrario del Milan: parte discretamente con Menez che segna con facile tap in dopo un tiro di Honda respinto da Gollini. E poi? Il "tiki-taka" sognato da Berlusconi è moscissimo e tutto tranne che incisivo, di belgiuoco neanche l'ombra. Davanti Bacca e il francese non si trovano perché non si cercano, qualcuno quasi rimpiange il Balotelli squalificato e questo la dice lunga. Dall'altra parte l'ex Pazzini è indiavolato ma sbaglia tanto. Passano i minuti, il Milan smette anche di tenere palla, il Verona alza il baricentro perché non ha più nulla da perdere se non la partita. L'arbitro dà una mano all'Hellas quando a metà ripresa concede un rigore per fallo di mano in area di Romagnoli, che tocca la palla sì ma dopo essere stato spinto: dal dischetto Pazzini non sbaglia. E qui il Diavolo sparisce. Donnarumma salva in almeno tre occasioni, il ragazzino è uno dei pochi a non cedere mentre i compagni passeggiano a caso, sovrastati prima mentalmente e poi atleticamente dagli avversari. Al gol di Siligardi (che non è nemmeno una beffa, ma una inevitabile conseguenza) si guarda stranito intorno, mentre Brocchi a bordo campo scuote la testa e ha ragione. Perché il Milan gioca male, non ha anima, non è più squadra. Ma è difficile dare la colpa solo a lui. di Claudio Brigliadori @Piadinamilanese