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Fassone vola in Cina per trovare nuova liquidità per le casse del Milan

Benedetta Vitetta
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"Benedetta sosta nazionale!" avranno gioito ieri sera molti milanisti al termine della sfida persa con la Roma (0-2). La sosta, infatti, arriva al momento opportuno per il club rossonero che, dopo il secondo ko di fila, deve necessariamente riordinare le idee. Ottobre sarà infatti un mese importante per capire quale sarà il futuro sportivo ma soprattutto finanziario del Milan. E l'amministratore delegato, Marco Fassone, potrebbe a questo punto anche decidere di anticipare il viaggio in Oriente previsto la settimana prossima che dovrebbe avere un duplice obiettivo. "Il primo" si legge in un articolo pubblicato oggi su Il Giorno, "verificare il lavoro sin qui svolto da Milan China, succursale asiatica che ha il compito di garantire una quarantina di milioni di ricavi commerciali per il prossimo anno. Secondo, capire come procede la ricerca di nuovi capitali da parte di Yonghong Li, colui che ha rilevato il testimone da Silvio Berlusconi sborsando 720 milioni (debiti compresi). "Fassone ha compreso che - a un anno dalla resa dei conti con il fondo Elliott (che ha prestato sei mesi fa 303 milioni alla nuova Proprietà consentendole il 'closing') - è necessaria una rinegoziazione del debito con le banche d'affari Goldman Sachs e Morgan Stanley" precisa l'articolo. «Il rifinanziamento del debito con Elliott lo vorrei completare ad inizio 2018" ha confermato ieri l'ad rossonero, "abbiamo già avviato una serie di incontri col mondo finanziario e sono fiducioso che questo possa avvenire entro la primavera a condizioni migliorative sia per il Milan che per la holding del Milan. E se non dovessimo raggiungere la Champions non è che la società chiude i libri entro fine anno. Ho presentato all'Uefa dei piani che prevedono il fatto che non si giochi la Champions l'anno prossimo, o si giochi l'Europa League o non si giochino le competizioni, ma non succede la fine del mondo». 

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