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Usain Bolt calciatore? Due tunnel e due gol

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Andrea Tempestini
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Il diretto interessato aveva sempre sostenuto di avere buone qualità calcistiche, ma in pochi ci avevamo creduto. Preferivamo vederlo bruciare le piste di atletica. Alla fine Usain Bolt ce l'ha fatta a mettere in mostra il suo talento pallonaro grazie al Borussia Dortmund e, ovviamente, a Puma, l'azienda sponsor del club tedesco di cui il velocista è testimonial. Solo una gigantesca operazione di marketing (173 testate accreditate e 1.400 spettatori)? No, perché il pluricampione olimpico di 100, 200 e 4x100 se l'è cavata niente male. Un gol di testa da bomber di razza e il bis dal dischetto, e in mezzo persino un tunnel. Alla fine abbracci con Gotze e compagni, oltre ai complimenti dell'allenatore Peter Stoger: «Si vede che capisce gli schemi. Ma in due ore non è possibile capire se avrà un futuro nel calcio». Il ragazzo si farà, anche se a quasi 32 anni il messaggio è mandato. «Tornerò e cercherò di lavorare con la squadra, imparare di più sul controllo palla e sui movimenti», promette Bolt. «Dove giocare? Purché sia in serie A non importa. Voglio solo dimostrare al mondo che tutto è possibile, che se lavori sodo i sogni possono avverarsi». In fondo, sono molti i campionissimi che hanno cercato una seconda carriera sportiva, a partire da Michael Jordan col baseball. L'ex collega di Usain, Tyson Gay, aveva pensato al bob, mentre Valentino Rossi aveva sognato la Formula 1 con la Ferrari. Se per Gianmarco Tamberi l'esperienza nel basket con Siena è stato solo un divertimento, ben più dura è la sfida che attende Rio Ferdinand con la boxe (il rugbysta Sonny Bill Williams è già salito diverse volte sul ring, mentre l'ex portiere Tim Wiese ha scelto il wrestling). Tra chi ce l'ha fatta, c'è il nuotatore francese Florent Manadou, fratello di Laure e tre volte olimpionico: ha lasciato le vasche per la pallamano e gioca in seconda squadra ad Aix en Provence. Anche l'ex regina del ciclismo su pista, Victoria Pendleton, ha deciso di risalire in sella, ma a cavallo. Dopo il quinto posto a Cheltenham 2016, disse che quello era il «più grande traguardo della sua vita». Infine non si può dimenticare Jenson Button: dopo l'addio alle corse si è dato al triathlon ma ha mancato la qualificazone ai Mondiali 2017. di Francesco Perugini

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