Russia 2018, Spagna dalla parte giusta del tabellone: perché ora hanno un cammino decisamente abbordabile
Il paradosso è che né Spagna, né Portogallo, due delle migliori nazionali viste nei primi due turni, sono state feroci nel conquistare la vittoria e il primo posto più ghiotto del Mondiale, quello del gruppo B. Entrambe hanno pareggiato, giocando più preoccupate a passare il turno che a passarlo al meglio. Il loro è stato un grande gioco a nascondersi dalla paura di non farcela, in un girone dove l'Iran ha tenuto aperto il destino, e il Marocco ha onorato l'impegno pur già eliminato. Il primo posto lo ha infine conquistato la Spagna. O meglio, glielo ha consegnato il Portogallo, che ha rischiato di non qualificarsi agli ottavi facendosi rimontare dall'Iran e rischiando la beffa nel finale. A mente fredda, i portoghesi si renderanno conto dell'occasione persa. Perché il gruppo B regalava un primo posto di cioccolata, con un ottavo con la Russia anziché con l'imbattuto Uruguay, un giorno di riposo in più per prepararlo, ma soprattutto un tabellone potenzialmente più sgonfio (Brasile, Francia, Germania e Argentina potrebbero finire tutte nell'altro lato) e tre delle eventuale quattro partite a Mosca. Leggi anche: Russia 2018, il disastro della Polonia. E pensare che Boniek... L'altra faccia del tabellone preconfezionato, che può stimolare le squadre a vincere, ma anche invitarle a perdere, sarà il gruppo G, in cui la peggiore tra Belgio e Inghilterra sfiderà la migliore del gruppo H (una tra Giappone, Senegal o Colombia) e avrà lo stesso tabellone leggero della Spagna, di nuovo con tre partite a Mosca. Così Belgio e Inghilterra, ora pari in tutto ciò che determina la classifica, giovedì potrebbero dare vita ad una partita a perdere, o ad un pareggio in cui l'obiettivo sarà farsi ammonire, visto che chi avrà più gialli terminerà secondo, e paradossalmente guadagnerà una strada migliore. Così, il fairplay potrebbe essere utilizzato al contrario: il più cattivo non sarà punito, ma premiato. Alla faccia dello sport. di Claudio Savelli