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Michael Schumacher "inchiodato a una sedia a rotelle, la sua non vita". Fine delle speranze: conferma brutale

Giulio Bucchi
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I giorni più dolorosi di Michael Schumacher: il 3 gennaio compirà 50 anni, ma intanto ne sono passati 5 esatti dal giorno dell'incidente sugli sci che gli ha cambiato l'esistenza. Benny Casadei Lucchi, tra i giornalisti di "motori" più esperti d'Italia, regala ai tifosi della Ferrari e a tutti gli appassionati di Schumi un pensiero raggelante e brutale nella sua crudezza. Michael, scrive sul Giornale, "sta male perché sotto il sole brillante e il cielo terso di quella domenica mattina di cinque anni fa, la sua vita vera è finita. È finita sbattendo la testa sulla pietra nascosta dal manto, è finita con una doppia emorragia agli emisferi destro e sinistro provocata dall'impatto che ha scosso il cervello come fosse una palla che rimbalza fra due pareti. A complicare tutto, forse, l'asta di una videocamera fissata al casco che ne ha indebolito la calotta. Michael sta male per tutto questo. Perché le operazioni al cervello non sono servite a riportarlo a vita vera. Sta male perché dopo mesi, risvegliato dal coma indotto, si è ritrovato inchiodato a un altro tipo di coma: quello di chi non tornerà mai veramente". Leggi anche: "Cosa mi disse Agnelli di Schumacher". Montezemolo, la confessione 20 anni dopo Basta balle, dunque, o false speranze: "Sono ormai quasi 4 anni e mezzo che il dio dei motori sta su una sedia rotelle, respirando autonomamente, ma senza aver mai dato la certezza di comprendere ciò che gli accade attorno". L'unica, enorme consolazione è l'amore della famiglia e dei tifosi, e un patrimonio da 800 milioni di euro che "consente di non lasciare nulla di intentato e di accompagnarlo senza patemi lungo questo percorso di non vita". 

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