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Trieste, corsa vietata agli atleti africani: l'accusa contro gli scafisti dello sport

Atleti in gara alla maratona di Parigi 2019

Gino Coala
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Le accuse di razzismo contro gli organizzatori del Trieste running festival, che hanno vietato la partecipazione agli atleti africani, sono arrivate puntuali, ma dietro quella decisione ci sarebbero ben altre motivazioni. L'organizzatore della mezza-maratona, Fabio Carini, ha spiegato di aver deciso di non ingaggiare atleti africani per "combattere lo sfruttamento dei corridori di colore". Carini quindi respinge ogni accusa di razzismo: "Alla manifestazione possono iscriversi atleti di qualsiasi nazionalità", quindi anche gli africani. "Quest'anno, abbiamo deciso di prendere solo atleti europei affinché vengano presi provvedimenti che regolamentino il mercimonio di atleti africani di altissimo valore, che vengono sfruttati. Questa - ha detto al Piccolo di Trieste - è una cosa che non possiamo più accettare". Leggi anche: Milan, che delusione Leonardo piangina: trombette, arbitri e razzismo, ne ha sempre una buona L'organizzatore della gara spiega quindi cosa accada dietro le gare podistiche in Italia: "Troppi organizzatori subiscono pressioni di manager poco seri che sfruttano gli atleti e li propongono a costi bassissimi: ciò va a scapito della loro dignità e danneggia atleti italiani ed europei, che non vengono ingaggiati perché hanno costi di mercato". Contro la decisione degli organizzatori triestini si è schierato anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con delega allo sport, Giancarlo Giorgetti, secondo il quale: "è sbagliato escludere gli atleti africani. Non è cosìì che si risolvono i problemi. Ma attenzione - ha aggiunto il leghista - perché il malessere esploso a Trieste nasconde l'ennesimo sfruttamento, quelli che chiamo gli scafisti dello sport. Aprirò subito un'indagine interna per quanto riguarda le mie competenze. Ascolterò tutte le parti in causa per fare chiarezza". Dopo ore di attacchi politici e polemiche, a fine giornata l'organizzatore della mezza-maratona di Trieste, Fabio Carini, ha dovuto fare retromarcia: "Dopo aver lanciato una provocazione che ha colto nel segno - ha detto il patron della Trieste Running Festival - richiamando grande attenzione su un tema etico fondamentale, contrariamente a quanto comunicato ieri, inviteremo anche atleti africani". Contro Carini si erano schierati tutti i politici di ogni partito, compresi Giorgetti, che ha la delega allo sport, e Luigi Di Maio che aveva rimproverato l'organizzatore: "È giusto combattere lo sfruttamento dei corridori africani, il professionismo è professionismo sempre e come tale deve essere retribuito, ma non è così che si fa, non è escludendoli da una gara che si combatte il problema. Anzi, così il problema si aggrava e la vicenda in sé per come sta emergendo rasenta la follia".

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