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Juventus, il disastro dietro lo scontro tra Nedved e Allegri: verso la rovina, la verità di Sconcerti

Gino Coala
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È lo scontro tra due filosofie del calcio a separare le strade di Massimiliano Allegri e della dirigenza juventina, soprattutto per volere di Pavel Nedved, che secondo Mario Sconcerti, avrebbe in mente una strategia per il futuro bianconero ormai incompatibile con la mentalità "operaia" dell'allenatore livornese. Sul Corriere della sera, il decano del giornalismo sportivo ha tratteggiato i confini della rottura in casa Juve, arrivata per due questioni di fondo: "La qualità della squadra e soprattutto l'assenza di un mediatore, Marotta, unico anello mancante rispetto al passato. Ad Allegri la qualità non basta mai, ma ne fa un uso discretamente operaio. La Juve pensa che la qualità della squadra sia alta, ma sia appunto usata per servizi meno utili". Leggi anche: Juventus, il sospetto su Ronaldo dietro l'addio di Allegri: il gesto della rottura Nella tradizione juventina, tutti gli allenatori scelti hanno avuto un profilo molto simile tra loro: da Trapattoni a Lippi, passando per Conte, tutti mettevano in campo intelligenza e pratica. Ma i dettami del calcio moderno, sostiene Sconcerti, pretendono oggi anche lo spettacolo e il bel gioco, punto sul quale Allegri si è scontrato con Lele Adani su Skysport. Alla fine, l'ha vinta Adani, visto che Nedved la pensa esattamente come lui, visto il suo piano per svecchiare la squadra, portare fantasia mista alla gioventù. Un rischio per la Juve, secondo Sconcerti, più che la scelta del nuovo allenatore.

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