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Russia 2018, i diktat di Leo Messi al Ct Sampaoli: ecco perché l'Argentina sta affondando

di Davide Locano domenica 24 giugno 2018

2' di lettura

In attesa di conoscere la squadra vincitrice, il Mondiale potrebbe aver trovato la sua prima grande sconfitta: l’Argentina, che non falliva le prime due partite dell’edizione 1974 ed è ormai sull’orlo dell’eliminazione. Il dramma è che rispetto ad altre nazionali blasonate, l’Albiceleste non ha scoperto in corso d’opera i suoi problemi ma li conosceva da tempo e comunque non è riuscita a porvi rimedio. O meglio, non ci è riuscito il ct Sampaoli, l’ennesimo uomo sbagliato nel posto sbagliato. Perché se schieri a centrocampo Salvio, Mascherano, Perez, Acuna e in difesa proponi Tagliafico-Otamendi-Mercado davanti ad un portiere, Caballero, che ha giocato solo 10 partite in stagione e per forza di cose sciorina papere, vuol dire che qualche scelta l’hai sbagliata, se non tutte. Sampaoli ha optato per una banda di soldatini per non oscurare la luce di Messi, ma di contro non ha organizzato un gioco utile a rimediare al deficit tecnico, evidente rispetto alla Croazia e misurato dal 3-0 finale. Leggi anche: "Soffre e piange": la madre svela il crollo di Leo Messi L’Argentina è una squadra mediocre condannata ad avere Messi e quindi a sopravvalutarsi: pensava che Leo fosse abbastanza per vincere, e quindi l’idea è rendere grigia la formazione per esaltare il suo unico colore. Ma quella di Sampaoli è stata una rinuncia in nome dell’ubbidienza, che porta solo alla mediocrità. Il paradosso è che nel “Mondiale dei centravanti”, l’Argentina è la nazionale che più di tutte abbonda in attacco ma è l’unica che non ha trovato il modo di sfruttarlo. Higuain e Dybala di nuovo dalla panchina (e il primo per Aguero, non al fianco), Icardi in vacanza, nel nome dei desideri di Messi, che forse dovrebbe cominciare a non pretendere, ma a giocare. Per difendersi, Sampaoli, che non potrà sputare su re Leo, si è preventivamente messo a mandare a quel paese gli altri giocatori, come a dire in anticipo che la colpa del fallimento è loro, quando invece è prima di tutto sua. di Claudio Savelli

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