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Italia giovane ma non troppo: a Brasile 2014 con Pirlo e Buffon

La squadra azzurra ai Mondiali girerà ancora intorno ai due senatori, De Rossi e Chiellini. Sperando in Balotelli, il ct proverà ad affidarsi alle promesse dell'Under 21
di Giulio Bucchi domenica 8 luglio 2012

2' di lettura

  Ed ora, Brasile 2014. Già, guardiamo subito avanti perché, una volta tanto, il futuro ci regala speranze, sogni, addirittura certezze. L’Italia che ci ha fatto emozionare - e pure illudere - agli Europei può solo crescere, migliorare, diventare una squadra di altissimo livello. Livello mondiale, appunto. Il successo più grande dell’esperienza in Polonia e Ucraina non è tanto il secondo posto, quanto piuttosto aver capito che Prandelli è stato capace di far girare pagina al football azzurro. E di aprire un ciclo. Sì, degli azzurri che sono arrivati in finale ne rivedremo molti nei prossimi due anni di lavoro e ai Mondiali del Brasile.  L’usato sicuro - L’Italia ripartirà dai suoi leader. E soprattutto dal capitano, Buffon (1978), simbolo dello spogliatoio azzurro. Il portiere in Brasile avrà 36 anni e, a meno di clamorosi infortuni nei prossimi mesi, sarà sicuramente un punto di riferimento. Lo stesso Pirlo (’79) resterà nel giro azzurro. Perché è unico nel suo ruolo e perché ha un modo di giocare - corsa nel breve e tanto possesso palla - che logora meno di altri. I due grandi vecchi ci saranno, e con loro gli altri protagonisti (più giovani) di questa avventura. Il gruppo azzurro - ovvio - punterà su Abate (’86), Chiellini (’84), Bonucci (’87), De Rossi (’83), Marchisio (’86), Montolivo (’85), Giovinco (’87), Nocerino (’85) e Balotelli (’90). Di Natale addio - A rischio, sono gli azzurri della generazione di mezzo. Per quanto riguarda Cassano (’82) la sua riconferma in squadra è un’incognita e dipenderà molto dal suo rendimento. Improbabile rivedere Di Natale (’77) per una questione di età, mentre è difficile che Prandelli nel prossimo biennio si affidi ancora a Thiago Motta (’82). Da valutare - in rapporto a come giocheranno - le posizioni di Maggio (’82), Balzaretti (’81), Barzagli (’81) e anche Diamanti (’83). I baby ventenni - Un’Italia solo da ritoccare e aggiornare, dunque. Ma come? Molti giocatori sono già in casa e basti pensare a Ogbonna (’88) e Borini (’91), che hanno fatto parte della spedizione azzurra pur senza mai scendere in campo. Poi, i giovani che spingono per esplodere. La difesa in realtà è il reparto più sofferente e il ct potrebbe pensare al recupero di Ranocchia (’88), oppure a Santon (’91) e Acerbi (’88). Molte più scelte a centrocampo, con Verratti (’92), Schelotto (’90), Marrone (’90) e Insigne (’91) come nuovo Cassano. In attacco, occhi puntati su Destro (’91), Immobile (’90), Gabbiadini (’91) ed El Shaarawy (’92). di Alessandro Dell’Orto  

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