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Gianluca Vialli, il dramma nella chat: "Non ha risposto. E abbiamo capito"

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Dopo la morte di Gianluca Vialli, avvenuta giovedì a Londra, molti amici e colleghi hanno deciso di diraderei la coltre di riservatezza e silenzio che aveva avvolto, giustamente, gli ultimi mesi di vita dell'ex attaccante di Cremonese, Sampdoria, Juventus, Chelsea e Nazionale. In lotta contro il tumore al pancreas che gli era stato diagnosticato 5 anni fa esatti, nel dicembre 2017, Vialli aveva deciso da qualche tempo di interrompere le cure, rivela Ivan Zazzaroni. La morfina gli concedeva qualche istante di sollievo, ma era soprattutto la sua immensa determinazione a spingerlo a cercare di vivere una vita il più possibile normale, fino all'ultimo.

 

 

 

Chi gli era più vicino, però, aveva intuito che la fine era vicina. Riccardo Ferri, ex difensore dell'Inter e della Nazionale italiana, compagno di Vialli in azzurro per 9 anni a cavallo tra anni Ottanta e Novanta, al Corriere della Sera regala un aneddoto straziante. Pur non vedendosi da tempo, lui e Gianluca erano ancora in contatto via Whatsapp, nella chat Notti magiche che riuniva i giocatori protagonisti del Mondiale di Italia 90. "Ci sentivamo per gli auguri o quando c’era un evento, anche personale, da ricordare. Luca ha scritto l’ultima volta il 27 novembre per il compleanno del Mancio", il ct italiano Roberto Mancini con cui aveva formato la mitica coppia dei "gemelli del gol" in maglia Samp. Il 22 dicembre, gli ex azzurri scrivono per fare gli auguri allo Zio, Beppe Bergomi. Vialli però non partecipa ai festeggiamenti virtuali. "E' rimasto in silenzio e lì abbiamo capito...", spiega Ferri.

 

 

 

 

Gianluca era ricoverato da diversi giorni in clinica a Londra. Non era una nuova fase della battaglia contro il tumore, era semplicemente la fine. "Credo che ci sia molto di Vialli nella vittoria della Nazionale all’Europeo 2021. Rivedendo l’abbraccio forte e spontaneo con Mancini non ho potuto fare a meno di commuovermi - conclude ancora Ferri -. Voleva portare le figlie all’altare, ma sono certo che alle sue ragazze avrà lasciato in eredità grandi insegnamenti. Non è vero che la morte è uguale per tutti. A me resteranno il suo sorriso e un pezzo di vita che non tornerà più".

 

 

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