Diavoli

Donnarumma, "la differenza con Maignan". La verità sulla "porta del Diavolo"

Fabrizio Biasin

Questa è l’incredibile storia della porta del Milan. L’incredibile storia della porta del Milan inizia qualche anno fa, quando un certo Sinisa Mihajlovic decide di far esordire tra i pali un ragazzino parecchio alto e con la faccia da lattante. Si chiama Gianluigi Donnarumma e ha 16 anni. Grande idea di Sinisa che scova un predestinato.
E, infatti, quello lì diventa titolare, mette insieme prestazioni su prestazioni, alterna cose ottime a qualche boiata ma, in generale, attira l’attenzione di tutti, quella del Ct della Nazionale e quella degli sceicchi.

 

 

 


A Parigi lo vogliono e se ne fottono se il ragazzo nel frattempo è diventato capitano dei rossoneri, in fondo basta alzare la posta. Noi romanticoni del calcio - più fessi che altro- pensiamo «ma figurati se abbandona il Milan e figurati se lo fa lasciando scadere il contratto». Così accade, Gigione va a mangiare la baguette e tanti saluti al Diavolo. Che smacco. Nel frattempo Paolo Maldini mette una pezza e pesca dal Lilla tale Mike Maignan, sconosciuto ai più. Sì, ha vinto un campionato in Francia, ma non sarà mai all’altezza del suo predecessore.

 

 

 

Ebbene, da quel momento sono passati neppure due anni: Gigione è il discusso n° 1 di una squadra satura di campioni ma con pochissimo cuore; quell’altro, Mike, vola da una parte all’altra della porta come un grillo campagnolo ed è diventato più forte di chi l’ha preceduto. Anzi, è diventato più forte di tutti. Come è strano, a volte, il destino.