Cerca
Cerca
+

Milan, il piano di Cardinale e Ibrahimovic per far fuori Pioli

  • a
  • a
  • a

Tanto tuonò, che poi alla fine piovve. Così, anche per Gerry Cardinale, fondatore di RedBird Capital Partners e proprietario del Milan, è arrivato il momento di parlare e le sue dichiarazioni gettano un’ombra funesta sul destino di Stefano Pioli sulla panchina rossonera.

Dal giorno del tracollo nel derby d’andata con l’Inter, quel 5-1 umiliante, la posizione dell’allenatore è stata perennemente messa in discussione, anche in questo inizio 2024 in cui la squadra ha inanellato un filotto di risultati positivi incoraggiante.

 

 

 

Intervenuto al Business of Football Summit organizzato dal Financial Times, Cardinale ha manifestato tutta la sua insoddisfazione per i risultati della squadra in questa stagione: Milan eliminato dalla fase a gironi di Champions League, eliminato dalla Coppa Italia, terzo sì in campionato, ma a -16 dalla capolista Inter, lanciata verso la seconda stella. Ancora in corsa in Europa League, obiettivo diventato minimo in un’annata avara di soddisfazioni. Cardinale è stato chiaro: “Direi che tutto ciò che riguarda il Milan deve cambiare. Ma forse evolvere è una parola migliore. Quindi esamineremo i metodi e il personale. Ci sono molti infortuni. Non sono soddisfatto. Zlatan non è soddisfatto del fatto che non siamo al primo posto in Serie A. Il Milan è una squadra molto giovane e piena di novità, in realtà non stanno andando male. Ma questo non ci basta".

 

 

 

"Abbiamo ancora del lavoro da fare. Dei cambiamenti potrebbero avvenire. Infortuni? Beh, è assolutamente penalizzante. Cerchiamo di essere attenti al modo in cui strutturiamo il monte ingaggi dei giocatori - spiega Cardinale - facciamo tutto questo lavoro e poi ci presentiamo senza far giocare tutti i giocatori, che senso ha? Ci sono molte ragioni per questo. Non si può dare la colpa solo allo staff medico e fisioterapico. Voglio dire, bisogna considerare che questi giocatori sono sotto pressione. Giocano troppe partite. C'è la Serie A, ci sono le competizioni europee, ci sono le partite con la nazionale. Quindi, ancora una volta, è tutta un'altra cosa rispetto alla NFL, per esempio. Quindi dobbiamo preoccuparci della salute di questi giocatori”. Il destino di Pioli è già segnato?

Dai blog