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Bologna, il paradosso di Orsolini: la speranza azzurra che deve conquistare Spalletti

Gabriele Galluccio
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Dura la vita di Luciano Spalletti che, come ogni ct che si rispetti, si ritrova a dover fare i conti con 60 milioni di allenatori quando si tratta della Nazionale. Gli azzurri del Bologna sono il tema caldo della settimana: come si fa a rinunciare a Calafiori e Orsolini per l’Europeo? Proprio loro due hanno confezionato un gol bellissimo nel 3-0 sulla Salernitana che ha ridotto a soli due punti le distanze dalla Juventus. Calafiori ha avviato l’azione con un cambio di gioco perfetto, Orsolini l’ha finalizzata stoppando il pallone, rientrando sul sinistro e scaricandolo sul secondo palo da posizione defilata. 

Non esiste modo migliore di segnare il decimo gol in campionato, quello che ha permesso a Orsolini di diventare il primo italiano a raggiungere tale traguardo: si è messo dietro tutti, da Pinamonti a Scamacca, passando per Retegui. Negli ultimi mesi l’ala del Bologna si sta esprimendo su livelli altissimi, i migliori della carriera: a 27 anni è nel pieno della maturità e sembra pronto a reclamare lo spazio che non ha mai avuto in Nazionale, dato che Mancini non lo ha mai preso in considerazione.

 

QUESTIONE DI FORMA
Con Berardi fuori dai giochi a causa di un infortunio, non dovrebbero esserci dubbi su chi puntare per la fascia destra. Ed è qui che iniziano i problemi per Spalletti, che ultimamente gli ha preferito Zaniolo. Motivi di duttilità tattica, si dirà, ma cosa c’è di male ad avere un giocatore che può fare “solo” l’esterno destro, se lo fa benissimo? La Nazionale non è una ong, dove si cerca di fare del bene per casi quasi disperati come Zaniolo, che con Spalletti ha già giocato oltre 400 minuti di nulla totale.

Orsolini in 14 minuti con l’Ecuador ha invece mandato in porta Barella con un bell’assist per il 2-0 finale. Giudicando soltanto lo stato di forma attuale, non dovrebbero esserci dubbi sulla titolarità di Orsolini all’Europeo: a destra è senza rivali, visto che Zaniolo è una comparsa nell’Aston Villa e Politano si è spento da mesi insieme a tutto il Napoli. Tra l’altro l’esterno del Bologna viene descritto da tutti come un uomo spogliatoio, una persona simpatica e sorridente, che si è forgiato calcisticamente sotto la guida del sergente Mihajlovic ed è poi migliorato ulteriormente con il professore Thiago Motta. In tanti anni al Bologna i gol li ha sempre fatti con una certa continuità, ma con Motta è diventato ancora più prolifico: ha chiuso la scorsa stagione con 11 centri, in questa è già a 10 e ha ancora otto giornate per aumentare il bottino.

Considerando anche le coppe, tra gli azzurri l’unico che ha fatto meglio a livello realizzativo è Vincenzo Grifo, autore di 11 reti tra Bundesliga ed Europa League con il Friburgo. Alla pari di Orsolini troviamo Pinamonti, Immobile e Scamacca, subito sotto la doppia cifra ci sono invece Pellegrini e Berardi (9 gol), Retegui e Lucca (8 gol), Chiesa (7 gol).

Se l’Europeo si giocasse domani, dal centrocampo in su non avremmo dubbi su chi schierare: Barella-Jorginho-Pellegrini con Orsolini e Chiesa sulle fasce e uno tra Scamacca e Retegui centravanti. Ma questa è solo l’idea di uno dei 60 milioni di ct e non tiene in considerazione la variabile del 3-4-2-1, che non valorizzerebbe Orsolini. Per fortuna la rogna di dover decidere spetta a uno solo, e si chiama Spalletti.

 

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