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Djokovic fa fuori un altro italiano: via Panichi, terremoto interno

Roberto Tortora
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Via l’Italia da Novak Djokovic. No, non il contrario, perché il numero 1 del tennis mondiale, ancora a secco di vittorie nel 2024, sta rivoluzionando totalmente il suo staff di allenamento. Dopo essersi separato amichevolmente dalla leggenda Goran Ivanisevic, grande campione degli anni Novanta, trionfatore a Wimbledon ed ex numero 2 al mondo, ora Novak sta facendo pulizia completa e, dopo aver diviso le strade anche con i manager Edoardo Artaldi ed Elena Cappellaro, dice addio anche a Marco Panichi, il suo preparatore atletico.

Ormai ex. A restare alle dipendenze del tennista serbo resta ora soltanto Claudio Zimaglia, il fisioterapista ed osteopata che, del resto, ha lavorato anche nel team di Jannik Sinner, il suo più immediato rivale nel ranking, secondo sul podio. In questi giorni Zimaglia è proprio insieme a Nole a Belgrado per la preparazione degli Internazionali di Roma

 

 

 

Un cambio di rotta dopo 12 anni di lavoro congiunto, praticamente una seconda famiglia, cui Djokovic aveva già dato il benservito alla fine della passata stagione. C’è bisogno di nuovi stimoli e nuove metodologie, per continuare a mantenere un livello alto, visto che dietro la gioventù scalpita, in primis proprio Sinner e Alcaraz. Lo stesso Ivanisevic, dopo la rottura definitiva dello scorso 27 marzo, ha spiegato che resta nell’ordine delle cose, finito un ciclo, cambiare le carte in tavola: "Non è successo niente di particolare, ho notato per la prima volta questa sensazione l'anno scorso, quando abbiamo vinto lo US Open. È stata una corsa incredibile, tuttavia è stato allora che ho cominciato davvero a sentire che la fine era vicina. Era solo una questione se sarebbe avvenuta alla fine dell'anno o a un certo punto di quest'anno".

 

 

 

Questo, invece, il messaggio di commiato che Djokovic ha rivolto a Marco Panichi su Instagram: "Grande Marco, gli anni in cui abbiamo collaborato sono stati straordinari. Abbiamo raggiunto la vetta, vinto titoli e battuto record. Ma soprattutto, mi sono goduto i giorni ‘ordinari’ di allenamento dentro e fuori la palestra. Ore infinite di ‘carciofini’ e risate che mi hanno fatto sentire super motivato per prepararmi al successo. Grazie romanista (come ti chiama Goran) per tutta l'energia, l'impegno e il tempo che hai investito nel rendermi il miglior giocatore e persona possibile. Tanto amore, ci vediamo presto a Roma".

 

 

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