Jacobs è un razzo, oro nella 4x100. Argento di Larissa (davanti a mamma Fiona) e nella 4x400
Chiusura più bella di un Europeo unico e irripetibile non poteva essere scritta. Sotto il cielo di Roma l’ultima notte azzurra regala l’oro dei campioni olimpici della staffetta che fecero sognare a Tokyo, il doppio argento di Larissa Iapichino nel lungo e della staffetta 4x400 maschile, il tutto impreziosito dal bronzo pesantissimo di Pietro Arese nei 1.500. Altre quattro medaglie per un bottino conclusivo di 24 podi, con 11 medaglie d’oro (9 argenti e 4 bronzi). Qualcosa di inimmaginabile alla vigilia. Ancora una volta sotto gli occhi del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che non ha voluto perdersi un altro spettacolo dopo quello offerto ieri nella notte magica di Tamberi, Batticletti e Sibilio, l’Italia strabilia, fa esplodere l’Olimpico di emozione e gioia e con il passo di una superpotenza si avvicina ai Giochi di Parigi con il pieno di autostima e grandi ambizioni. La staffetta azzurra ha vinto schiacciando la concorrenza fin dalla prima curva pennellata da Matteo Melluzzo, unico pezzo rinnovato di quel quartetto olimpico di tre anni fa. Il resto lo ha fatto il re Marcell Jacobs artefice di una frazione monstre, Lorenzo Patta con una curva eccelsa alla sua maniera e Filippo Tortu che si riscatta così dell’argento individuale nei 200 metri chiudendo il treno in 37’82 davanti a landa e Germania.
Poco prima c’era stata l’impresa di Pietro Arese nei 1500 con un bronzo che lo ripaga dei sacrifici e gli restituisce quanto tolto dopo gare dove ha sfiorato il podio più volte. Davanti a lui solo il campione norvegese Jakob Ingebrigtsen (3’31”95, nuovo record degli Europei) e il belga Jochem Vermeulen. Ma è la notte anche di Larissa Iapichino, capace all’ultimo salto a 6.94 di prendersi un argento di rara bellezza in una gara dagli alti contenuti tecnici vinta dalla tedesca Malaika Mihambo, con 7,22. Bronzo alla portoghese Agate De Sousa, con 6.91. A inaugurare l’ultima notte di ‘follia’ azzurra è stata la 4x400 con Luca Sito, Vladimir Aceti, Riccardo Meli ed Edoardo Scotti che confermano la qualità complessiva dell’atletica azzurra. La gara del miglio infatti rende la misura del grado di benessere del movimento. Con 3’00”81 gli azzurri hanno preceduto di un centesimo la Germania, oro al Belgio in 2’59”84. Una staffetta di grandi prospettive che è riuscita a salire sul secondo gradino nonostante la defezione all’ultimo minuto di Alessandro Sibilio, argento ieri nei 400hs, che non ha corso per crampi avvertiti durante il riscaldamento. La sbornia di medaglie non deve comunque far deragliare. Il dt La Torre, nel tracciare un bilancio di questo Europeo indimenticabile invita a tenere i piedi per terra. "Parigi sarà un altro sport, un'altra storia: questo non dobbiamo mai dimenticarlo. Sarà importante non disperdere tutte le sensazioni vissute qui e seguire l'elettricità e l'energia di Gimbo Tamberi, ma sarà ancora più importante stare con i piedi per terra. Tutta la squadra ha saputo stare insieme. Ma non chiedeteci venti medaglie ai Giochi. Parigi è un altro sport, un altro contest", ha tenuto a precisare sottolineando che per i Giochi si dovranno fare delle scelte: "A Roma abbiamo di fatto qualificato la 4x400 mista, sulla quale sicuramente faremo alcuni ragionamenti in ottica olimpica".
L'effetto Roma 2024 si vedrà già da domani, a sipario calato, ed è da questi trionfi che l'atletica deve ripartire. A dimostrazione che l'Europeo in casa è un ulteriore punto di partenza. "I successi azzurri porteranno sicuramente più ragazzi e ragazze sui campi di atletica. Fondamentale diventa formare nuovi tecnici che sappiano fronteggiare questo fenomeno: servirà anche una rivoluzione culturale, ci sono troppe poche donne che intraprendono il percorso da allenatrici". Allora avanti puntando sempre più in alto con un 'Gimbo' in versione olimpica. Lo stesso presidente Stefano mei si gode il successo della nazionale ricordando una volta di più che "Tokyo, Monaco, Budapest e Eugene non sono stati un caso. C'è la possibilità di fare meglio che in Giappone e quindi una medaglia in più delle cinque di Tokyo. Vogliamo dare l'immagine di un'atletica maturata. Il segreto italiano del successo? Il raddoppio degli investimenti per l'attività". Per un Italia decoubertiana più veloce, più in alto e più forte.