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Parigi 2024, Khelif? I medici Lgbt zittiscono la sinistra: "Quello che non si può negare"

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La polemica sulla partecipazione ai giochi di Parigi 2024 della pugile intersex (ossia persone nate con caratteristiche genitali, cromosomi e ormoni non riconducibili univocamente a uno dei due generi) Imane Khelif sta continua a scaldare gli animi del mondo dello sport e della politica. A intervenire ora è anche l'associazione medici e sanitari Lgbti e frendly , per cui l'atleta ha "un lieve vantaggio. E' innegabile".

Ma nonostante l'ammissione di questo dettaglio di non poco conto, l'ente ci tiene a sottolineare che è altrettanto innegabile che "le persone intersex e transgender esistono . E hanno diritto di fare sport e gareggiare a qualsiasi livello". Per l'associazione "l'inclusione è molto più importante di una differenza fisica lieve che può essere paragonata a quella tra le diverse etnie: un africano in alcune discipline è senza dubbio avvantaggiato rispetto a un cinese ma a nessuno verrebbe in mente di non farli competere”.

 

 

 

Insomma, per l'associazione bisognerebbe mettersi l'anima in pace e sperare che quella da loro definita "lieve differenza fisica" non penalizzi l'avversaria. Peccato che l'atleta Angela Carini sia stata costretta a ritirarsi dopo solo 40 secondi e due colpi violenti ricevuti al volto. Ma  Manlio Converti , psichiatra e presidente di Amigay aps, all'Adnkronos Salute ha spiegato che "al di là del caso specifico le differenze ormonali tra esseri umani - aggiunge Converti - sono un continuum tra il femminile e il maschile, qualunque sia il patrimonio cromosomico e genetico".

 

 

 

Ma non solo: per il medico "è molto più importante garantire a chiunque la partecipazione. Più che criteri di esclusione dobbiamo inventarci dei criteri di inclusione. L'alternativa è creare medaglie per ogni differenza di genere e per ogni etnia perché, ripeto, c 'è una 'gradazione' cromosomica e ormonale che avvantaggia, rispetto allo sport alcune etnie". Inoltre, "non bisogna pensare solo alle campionesse mondiali, bisogna pensare a tutte le persone che fanno sport ai diversi livelli, sin da giovanissimi e al valore dell'inclusività nelle attività sportive che ha un peso importante", concludono. 

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