Cerca
Cerca
+

Jannik Sinner, lo smash pesantissimo di Nadal: "Perché non è stato squalificato"

Roberto Tortora
  • a
  • a
  • a

Jannik Sinner ha da poco sconfitto Tommy Paul in 3 set (7-6; 7-6; 6-1) e si è garantito i quarti di finale degli US Open. Un’altra vittoria, però, è stata ottenuta a parole, grazie al prezioso endorsement di una leggenda del tennis come Rafa Nadal, che si è espresso in favore dell’altoatesino sulla vicenda della positività al clostebol, uno steroide anabolizzante, durante il torneo di Indian Wells.

Il maiorchino, ospite del programma spagnolo El Hormiguero su Antena 3, è stato cristallino: “Io credo nella buona fede della gente, è una virtù o un difetto, ma credo nella buona fede. E, soprattutto, la giustizia è la giustizia. Non va apprezzata solo quando decide come noi riteniamo debba decidere. Io credo nella giustizia, credo negli organi che devono prendere decisioni e che le prendono in base a ciò che ritengono corretto. Se non lo hanno sanzionato, hanno visto in maniera chiara che non doveva essere sanzionato. Non credo che non sia stato punito perché è Sinner. L'opinione di tutti è rispettabile, la mia è questa”. Più duro, decisamente, era stato Nick Kyrgios, che avrebbe voluto la squalifica di Sinner, mentre Djokovic ha evidenziato la mancanza di uniformità in casi analoghi. Alcaraz, invece, è stato subdolo: “Hanno detto che è innocente".

 

 


Poi, un pensiero al suo presente e al suo immediato futuro, con lo spettro del ritiro che si fa sempre più vivo: "Sono in un momento diverso rispetto a 3-4-5 anni fa. Vengo da molti problemi fisici, l'obiettivo di questa stagione era giocare al meglio le Olimpiadi. Dopo i Giochi avrei dovuto giocare su campi in cemento, in partite di 5 set dopo un mese di inattività. Negli ultimi 2 anni ho avuto molti problemi fisici. Ora mi sto godendo giorno per giorno, quando deciderò in maniera chiara lo dirò". Una parola, anzi più d’una infine, sul rivale di sempre, Roger Federer: "Abbiamo lottato per gli stessi obiettivi, per i trofei più importanti per gran parte della nostra carriera. Abbiamo inteso lo sport in un modo sano, abbiamo gestito la nostra rivalità in maniera sensata e abbiamo sempre apprezzato le qualità dell'altro".

 

 

Dai blog