Al minuto 99 di una partita infinita, Davide Frattesi segna il gol del 4-3 che fa impazzire il Meazza e tutti i tifosi interisti davanti alla televisione. Una gioia pazzesca, un’isteria mostruosa, che ha portato il centrocampista ad aggrapparsi ad uno dei cancelli di sicurezza al di sotto della Curva Nord e ad impazzire di gioia, urlando a squarciagola e con le guance paonazze per il delirio.
Tutto bellissimo… poi, però, qualche minuto dopo, arriva il crollo fisico sul campo e Frattesi stramazza al suolo. Fa cenno ai suoi compagni che vede tutto nero, gli gira la testa. Ha esultato così furiosamente che il suo corpo ha detto “stop”. Sembrava dovesse uscire in cambio di Asllani, ma poi si è ripreso e ha concluso una partita epica, che ha portato l’Inter in una finale di Champions League per la seconda volta in tre anni. In un ciclo, quello di Inzaghi, che resterà a prescindere scolpito nella pietra della storia interista.
A fine partita, è lo stesso Frattesi, stremato, a raccontarlo: "Sono fortunato ad aver finito la partita, perché ho urlato talmente tanto dopo il gol che mi girava la testa e vedevo tutto nero. Per fortuna c'era il gel, devo ringraziare tutti i fisioterapisti. La vittoria e il gol li dedico a loro. È incredibile, dopo Monaco non pensavo di ripetere qualcosa del genere a livello di emozioni. Questo è il bello del calcio. Credo che questo faccia parte della mia carriera. Non è che mi è stato dato questo talento incredibile, sono stato sempre l'ultimo a mollare e il primo a crederci. Ed è un premio alla mia dedizione. Vedevo Marcus stanco e gli ho detto: ‘Stai tranquillo, passiamo noi'. Sono entrato, ma era come avessi giocato, perché in panchina ero sempre in piedi".