Una maratona lunga 130 minuti: Inter-Barcellona ha fatto strage di cuori a San Siro come a casa, tra i telespettatori che hanno seguito l'incredibile semifinale di ritorno di Champions League che ha visto gli uomini di Simone Inzaghi vincere 4-3 sui catalani in una impressionante serie di emozioni da montagne russe. Tanto da costringere Beppe Bergomi, che da calciatore è stato capitano e bandiera nerazzurra, a fermare la sua telecronaca in diretta su Sky per piangere dalla felicità e buttare fuori una tensione pari solo quella agli atleti scesi in campo.
Lo "Zio" è stato protagonista del match tanto quanto il suo sodale di microfono, Fabio Caressa, o Lautaro Martinez, Thuram e Sommer o Frattesi giù in campo. Puntuale, coinvolto e coinvolgente, secondo molti nel dopo-partita un po' troppo filo-interista, ma c'è da dire che dopo una vita con quei colori addosso sarebbe stato difficile trattenersi in una situazione tanto entusiasmante.
Così dopo aver esultato, essersi disperato (in silenzio), aver cercato di mantenere la calma nelle situazioni più complicate, ecco che prima rimprovera platealmente i blaugrana dopo il gol del 3-3 di Acerbi al 93' ("Cosa protestano, è tutta la partita che protestano! Non si inventino nulla!", urla nella foga dell'accesissimo finale) poi nei supplementari si trattiene sul gol di Frattesi, un vero e proprio esempio di caos calmo.
Solo quando l'arbitro Marciniak fischia la fine della partita, Beppe si scioglie. Caressa gli chiede un commento a caldo, Bergomi pronuncia qualche parola, borbottando. Poi iniziano i singhiozzi: "Scusami Fabio". Letteralmente sopraffatto dalle lacrime e dalla goia. "Facciamo così, riprendi fiato - lo soccorre idealmente il telecronista principe di Sky -. Diamo la linea allo studio, che così ci rivediamo tutto". E lo immaginiamo, a microfoni spenti, aver anche urlato un "Andiamo a Monaco Beppe!".