Evaristo Beccalossi ha guardato la morte in faccia e, con la grinta di un dribbling dei suoi, ha vinto anche questa partita. Il 9 gennaio 2025, l’ex numero 10 dell’Inter è stato colpito da un’emorragia cerebrale. Ricoverato d’urgenza alla Poliambulanza di Brescia, è entrato in coma, restando in terapia intensiva per 47 giorni. La moglie Danila, in un’intervista al Corriere della Sera, racconta per la prima volta il dramma e la rinascita.
Tutto è iniziato quando un amico ha trovato Beccalossi confuso. La figlia Nagaja lo ha portato in ospedale: la tac ha rivelato l’emorragia. All’inizio, Evaristo scherzava, ma dopo due giorni la situazione è precipitata. Intubato, i medici erano incerti sulla sua sopravvivenza. Danila non si è mai arresa, trovando forza in piccoli gesti: una carezza, un sorriso, la compagnia di un’altra paziente. Gli amici storici, informati da Beppe Marotta, si sono stretti attorno a lui. Nella chat dei campioni del 1980, Beccalossi è sempre stato attivo, ma quella sera il silenzio ha allarmato tutti. Oriali e Bordon sono stati i primi a sapere, mentre Gianni Infantino, presidente Fifa, ha inviato un messaggio vocale, definendolo il suo idolo.
Il 27 febbraio, Beccalossi ha iniziato a svegliarsi. A Pasqua, si è reso conto del tempo trascorso: entrato in ospedale prima di Natale, si è risvegliato in primavera. Oggi, seguito da Danila e Nagaja, sta affrontando la riabilitazione, con qualche protesta: "Sbuffa in palestra, come quando giocava", dice Danila. L’Inter resta il suo amore: guarda le partite sul cellulare e, prima della semifinale col Barcellona, ha previsto la finale nerazzurra. Affacciandosi alla finestra, ha detto a Nagaja: "Voglio tornare a lavorare". La voglia di vivere non l’ha mai abbandonato.