Un nuovo scossone nel turbolento finale di carriera di Nole Djokovic. Il 37enne tennista serbo, ex numero 1 al mondo, si è separato dal suo coach, Andy Murray, dopo solo 6 mesi insieme. Una unione suggestiva, quella tra il Joker e lo scozzese, suo rivale in campo ai tempi stratosferici dei Fab 5 (Djokovic e Murray si contendevano i 4 slam con Roger Federer e Rafa Nadal), non ha dato i frutti sperati ma resta la stima, almeno a giudicare dalle parole d'addio di Djokovic.
"Grazie, coach Andy, per tutto il duro lavoro, il divertimento e il supporto degli ultimi sei mesi dentro e fuori dal campo. Mi è piaciuto molto approfondire la nostra amicizia insieme", ha scritto Nole sui social. "La nostra amicizia è diventata più profonda", questo il senso delle sue parole. Djokovic la prossima settimana sarà in campo a Ginevra grazie a una wild card prima di volare a Parigi per il Roland Garros. Con una condizione fisica precaria e una tenuta atletica ai minimi, l'impressione è che il serbo oggi "solo" numero 6 al mondo, voglia puntare tutto su Wimbledon, meno logorante, per chiudere alla grande un'avventura sportiva con pochi eguali non solo nella storia dello sport. Ancora massimo riserbo su chi possa sostituire Andy.
Murray, che ha accompagnato Djokovic nella sfortunata "missione" agli Australian Open a inizio anno, terminata con il ritiro per infortunio nella semifinale contro il tedesco Alexander Zverev (poi sconfitto da Jannik Sinner) ha a sua volta salutato il serbo: "Grazie, Novak, per questa incredibile opportunità di lavorare insieme e al suo team per il duro lavoro degli ultimi sei mesi. Auguro a Novak il meglio per il resto della stagione", ha aggiunto lo scozzese. Stagione che con ogni probabilità sarà l'ultima.
Al di là di Wimbledon, l'obiettivo prestigioso di Nole è la vittoria del titolo numero 100 nel circuito Atp. Finalista a Miami e semifinalista a Melbourne, nel 2025 ha incassato per volte una serie di tre sconfitte consecutive. Prima di quest'anno non gli era mai successo di perdere tre match di fila dal 2018. "È un po' una nuova realtà per me, devo ammetterlo," ha detto Djokovic a Madrid. "Sto cercando di vincere una o due partite, senza davvero pensare di arrivare lontano nel torneo. È una sensazione completamente diversa rispetto a quanto ho provato in oltre 20 anni di carriera. Dal punto di vista mentale per me è una sfida". Djokovic, che compirà 38 anni il 22 maggio, ha anche meditato il ritiro in queste ultime settimane e il divorzio da Murray, avvenuto a sorpresa per temi e modi, potrebbe essere l'ultima scossa. Una sorta di elettro-choc dopo le delusioni di Madrid (ko contro Alejandro Tabilo) e di Montecarlo (dove il suo giustiziere è stato l'azzurro Matteo Arnaldi).