La sfida tra titani andata in scena sulla terra rossa di Parigi cancella qualsiasi dubbio sul presente e sul futuro del tennis mondiale. Se dieci anni fa ci avessero detto che dopo l’era dei “Big Three” ne sarebbe cominciata una altrettanto entusiasmante, ci saremmo messi a ridere di gusto. Impossibile che ci sia vita oltre Federer, Nadal e Djokovic, o almeno così sembrava. La classe della seconda metà degli anni ’90 non è mai stata in grado di raccogliere l’eredità di tre leggende della racchetta. Allora ci hanno pensato due ragazzi degli anni 2000, che dopo essersi “annusati” a lungo si sono finalmente affrontati in una finale Slam.
Ne è uscita fuori una battaglia di oltre cinque ore che è già storia dello sport. Sinner e Alcaraz hanno giocato il tennis degli dei, con Jannik che è andato a un punto dal sedersi sul trono dell’Olimpo. Il rosso di San Candido sulla “rossa” è andato oltre ogni previsione, contro il suo più grande avversario che sulla terra è più ferrato di lui, non a caso aveva già vinto il Roland Garros un anno fa. Sinner ha conquistato i primi due set della finale, ha perso il terzo e poi nel quarto ha fatto la cosa più “federiana” possibile: ha sprecato tre match point, quando ormai sembrava fatta.
Anche se tutti lo considerano alla stregua di un robot, Jannik ha accusato il colpo mentale ed emotivo, ma è rimasto attaccato alla partita anche mentre Alcaraz giocava un tennis celestiale. Alla lunga Carlitos ha meritato, perché nel super tiebreak del quinto set non ha concesso più nulla, pennellando colpi imprendibili su tutte le righe del campo e profondendosi in recuperi selvaggi.
Questa sconfitta brucerà per un po’ a Sinner, poi però dovrà prevalere l’orgoglio di aver regalato uno spettacolo epico, durato oltre cinque ore. Uno spettacolo che era il tratto distintivo dei “Fedal”: chi l’avrebbe mai detto che a distanza di pochi anni sarebbe nata una rivalità altrettanto entusiasmante.
Alcaraz è il Nadal della situazione, inizia ad avere un vantaggio importante negli scontri diretti (8 su 12) ed è dominante sulla terra rossa. Sinner però come Federer è il numero uno indiscusso, un mostro di continuità su tutte le superfici. A questo punto non resta che dare l’appuntamento a Wimbledon, dove la rivalità dei “Sinneraz” potrebbe arricchirsi di un’altra entusiasmante finale. Ce lo auguriamo tutti.