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Luciano Spalletti estremo, l'ultima bordata: "Acerbi? Cosa spero"

di Roberto Tortora martedì 10 giugno 2025

2' di lettura

Ora che Luciano Spalletti non è più ct dell’Italia, può finalmente togliersi qualche sassolino da una scarpa dolentissima. L’allenatore di Certaldo non ha perso tempo e lo ha fatto nella conferenza stampa post-partita con la Moldova al Mapei Stadium di Reggio Emilia, dopo un 2-0 che non ha fatto felice proprio nessuno. Si è tornati a parlare del caso Acerbi e del suo rifiuto a far parte della spedizione azzurra nei due ultimi impegni, proprio contro Moldova e, prima, Norvegia. Uno snodo fondamentale per la qualificazione ad un mondiale che disertiamo dal 2014. Spalletti aveva bisogno di un centrale difensivo d’esperienza, ma Acerbi lo ha lasciato scoperto ed il tracollo con la Norvegia ha fatto saltare il banco, oltre che il ct.

Incalzato dai giornalisti sul futuro della Nazionale, sull’importanza che si deve dare alla maglia (come ribadito anche dall’allenatore del Pescara, Silvio Baldini, subito dopo la promozione in B ai calci di rigore contro la Ternana), Spalletti ha parlato di Acerbi senza nominarlo, ma il riferimento a lui era chiarissimo ed il monito altrettanto duro: “Spero che chi ha rifiutato la Nazionale non ci torni mai più”. La guerra Spalletti-Acerbi, dunque, è apertissima ed è difficile che lo strappo si ricomponga, perché dopo lo straordinario Scudetto vinto a Napoli, Spalletti è passato dalla cima al fondo, il flop azzurro rappresenta sicuramente il suo fallimento professionale più grande.

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La commozione ed il velo di tristezza mostrato prima alla vigilia della gara con la Moldova, in cui ha comunicato lui stesso l’esonero da parte di Gravina, poi nelle parole post-partita ne sono un esempio. Quando gli hanno chiesto se si è sentito tradito da qualcuno, Spalletti non ce l’ha fatta, si è alzato in piedi ed ha abbandonato la conferenza stampa, sempre il giorno prima di affrontare i moldavi a Reggio Emilia. Cronaca, dunque, di un disastro e il futuro non sembra roseo. Claudio Ranieri, unico deus ex-machina possibile, ha gentilmente rispedito al mittente la richiesta d’aiuto di Gravina e resterà soltanto come consulente della Roma. Ora sono solo due le strade percorribili: o Stefano Pioli, che però dovrebbe rinunciare al suo contratto remunerativo con l’Al-Nassr e nemmeno potrebbe ricoprire il doppio ruolo per ragioni fiscali con gli arabi (deve trascorrere il 51% dell’anno in loco per avere un regime di tasse favorevole) o la FIGC farebbe bene a pensare ad una soluzione federale, con una rivoluzione interna importante che porti tutte le nazionali, di qualsiasi categoria, a sposare un progetto tecnico comune, con un pool di ct che segua la medesima filosofia. In questo caso l’attuale ct dell’Under 21 in procinto di giocare l’europeo di categoria, Carmine Nunziata, potrebbe essere una scelta.

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