«Continuità», una parola vincente nella storia Ferrari. Proprio con quella Jean Todt, arrivato a Maranello a metà ‘93, resistette a pressioni e possibili licenziamenti, prima di prendersi tutto fino al 2007. In bacheca mise 14 titoli mondiali con Schumacher prima e Raikkonen poi. Da allora, però, quella continuità si è rotta, perché il team ha cambiato altre cinque volte: da Stefano Domenicali - l’ultimo a vincere un titolo, il Costruttori, 17 anni fa - a Marco Mattiacci (2014), Maurizio Arrivabene (2015-2019) e Mattia Binotto (2019-2022). Poi è arrivato Frédéric Vasseur, che ha sfiorato il titolo marche nel 2024 ed è crollato quest’anno quando c’era da lottare per entrambi i titoli, con una SF-25 sovrasterzante e nervosa. Anche Todt,però soffrì all’inizio, e proprio Fred lo ha ricordato giovedì da Budapest. Una scelta forse positiva in futuro, alla quale crede anche il presidente John Elkann: «È importante rafforzare quando uno sta progredendo - ha detto ieri dal circuito - La continuità serve proprio a questo, occorrono stabilità e fiducia per fare ancora di più». Basti vedere il dominio di Horner, fresco epurato dalla Red Bull: 8 titoli Piloti, 6 Costruttori e 124 vittorie in 20 anni.
A favore della riconferma del capo squadra di Draveil c’è stato anche il tempo: cambiare a un passo dal 2026, anno del nuovo regolamento motori, avrebbe significato ripartire da zero, con un nuovo volto costretto a dare il suo imprinting e conoscere l’ambiente. Quello che, però, Vasseur deve capire meglio, perché va bene avere annidi esperienza nel motorsport, ma senza capire la storia e il valore di un team «passionale», né pronunciare una parola in italiano, allora non si va da nessuna parte. Dalla parte del team principal ci sono Leclerc e Hamilton, che però in alcuni GP hanno mostrato nervosismo a parole e via radio nei confronti del team, stufi di un’auto non all’altezza.
Tra i pregi di Fred ci sono invece la calma nel gestire la pressione e anche l’aver saputo correggere gli errori tecnici durante la stagione. Vedasi l’anno scorso il pacchetto aggiornamenti non funzionante a Imola, corretto da Spa, e la rincorsa Mondiale arrivata fino ad Abu Dhabi - e i problemi di sovrasterzo migliorati quest’anno, grazie alla nuova sospensione posteriore. Nella sua era in Emilia, l’ex Sauber ha scelto il suo team, portando il d.t. Loic Serra e il vice team principal Jérôme d’Ambrosio. Ruoli però particolari, dato che il primo non è stato mai direttore tecnico in Mercedes, bensì capo dell'ingegneria e della dinamica del veicolo, poi direttore responsabile delle prestazioni. Un posto che sarebbe potuto andare a Newey. Insomma, tra pro e contro, Vasseur si è ripreso la Ferrari. Il futuro dirà, intanto oggi ci sono le qualifiche (via alle 16 con diretta su Sky Sport, differita in chiaro su Tv8 dalle 18.30), con il duello Norris-Piastri per la pole e Leclerc primo inseguitore.