Alexander Zverev lo sa bene. Questa stagione tennistica per il tedesco non è stata un granché. Certo, è pur sempre il numero tre al mondo. Ma non ha saputo sfruttare i tre mesi di stop forzati di Jannik SInner e non ha mai impensierito lo spagnolo Carlos Alcaraz. Come ha ribadito lui, c'entra sicuramente il calendario sfiancante imposto dall'Atp.
“Vorrei concentrare la preparazione in ottica slam ma è difficili - lo sfogo di Zverev -. I Master 1000 sono tutti obbligatori e di due settimane a eccezione di Montecarlo e Parigi Bercy, che ritengo siano i migliori. Penso che tutti i tennisti, ma anche i tifosi, preferissero la vecchia formula. Arrivi in un posto, giochi 5 partite e vai via. L’ATP ha reso obbligatoria anche la partecipazione a 4 ATP 500 mentre prima erano solo tre. Non sono convinto che questa sia la direzione migliore. Penso - ha poi aggiunto - che sia un argomento di cui dobbiamo parlare, non penso che ci sia un singolo giocatore che ami i Master di due settimane e nemmeno ai tifosi”.
Ma c'è dell'altro. Come ha svelato lo stesso Zverev, non si è mai ripreso dopo la finale degli Australian Open persa contro Sinner: "E’ stato un anno terribile per me, ci sono state tante volte in cui mi sono sentito completamente sul campo soprattutto dopo la sconfitta agli Australian Open contro Sinner. Ho giocato quella partita con la convinzione che avrei potuto vincere, nelle altre due finali slam avevo perso in due set. Avevo un’opportunità, mi sentivo fiducioso. In quel match sono stato distrutto, tolto il servizio lui riusciva a fare tutto meglio di me. Sono uscito da quella partita incredulo, semplicemente non sapevo che fare. Quindi dopo quel match ho avuto un periodo molto difficile dal punto di vista mentale”.