La finale del Masters 1000 di Cincinnati tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz è durata appena 23 minuti. L’azzurro, in evidente difficoltà, ha perso i primi cinque game, poi ha chiesto l’intervento del fisioterapista e infine ha deciso di ritirarsi, interrompendo così la sua straordinaria striscia di 26 vittorie consecutive sul cemento. Alcaraz ha messo in bacheca il 22° titolo in carriera, il sesto della stagione, e si presenterà agli US Open con grande fiducia — e con la possibilità di passare l’azzurro in testa al ranking qualora vincesse nello Slam — mentre resta l’incognita sulle condizioni di Sinner. Lo spagnolo, nonostante il successo, ha mostrato vicinanza al rivale: prima un abbraccio, poi il messaggio “Sorry Jannik”, scritto sulla telecamera con sotto una emoticon triste.
Le condizioni di gioco e la gestione del calendario tornano però sotto accusa. Alejandro Davidovich-Fokina ha espresso la sua rabbia sui social: “Lunedì, alle 3 del pomeriggio di agosto a Cincinnati, dopo il doppio tour tra Toronto e Cincinnati, con tanti ritiri e giocatori esausti… qualcosa deve cambiare”, ha tuonato. Non è la prima volta che il tennista spagnolo critica l’Atp: già a Washington si era lamentato degli orari imposti, con il suo match programmato alle 11 del mattino nonostante la distanza dal club, di un’ora, dal campo da gioco. “La dimostrazione che ancora una volta i giocatori non vengono presi in considerazione”, aveva denunciato, ricevendo però la replica dura del tennista britannico Daniel Evans: “Svegliati e gioca. Tutti lavorano dalle 9 alle 17. Patetico”.
Anche Sinner conosce bene la questione. Nel 2023 si ritirò dal Masters di Parigi-Bercy dopo aver terminato un match alle 2.37 di notte e con meno di 12 ore di recupero prima della sfida successiva. Allora scrisse: “Devo prendere la decisione giusta per la mia salute”. Quelle polemiche portarono a un cambiamento: dal 2025 il torneo traslocherà alla Paris La Défense Arena, con impianti più moderni e una programmazione pensata per ridurre i disagi ai giocatori.