Se permettete parliamo di portieri e lo facciamo con Luca Marchegiani, ex numero 1 dei tempi d’oro di Torino, Lazio e nazionale e, ora, talent di Sky dove si è raccontato in Reload, un docufilm sulla sua carriera.
Luca, rivedendoti in azione in Reload sono balzate agli occhi le differenze fra i portieri della tua epoca e quelli attuali.
«Vero, ci ho riflettuto anch’io. Eravamo decisamente diversi».
Migliori?
«Oggi un portiere ha doti fisiche, caratteristiche e capacità di integrarsi nel gioco di squadra che noi non avevamo. Per queste doti la figura si è evoluta diventando una pedina tattica essenziale. Però...».
Però?
«Noi eravamo un po’ meno approssimativi sul piano tecnico. Ma perché in allenamento dovevamo curare soltanto alcuni aspetti che riguardavano la presa del pallone, il gioco di gambe, il colpo d’occhio... Oggi, invece, durante la settimana un portiere deve studiare tutto e allenare anche i piedi».
A Napoli, Conte ha dato via al dualismo fra Milinkovic-Savic e Meret: una scelta che danneggia entrambi?
«Ma no, evitiamo di cadere nell’antico assunto secondo cui un portiere deve avere la certezza del posto. Oggi il calcio è talmente cambiato che far riposare un portiere può essere un vantaggio per lo stesso atleta. Si va verso il doppio titolare».
Meret e Milinkovic, fra l’altro, sono due portieri agli antipodi.
«Hanno caratteristiche diverse: Meret è il miglior numero 1 del campionato sotto l’aspetto tecnico, Milinkovic-Savic è due metri e fa sentire il proprio fisico quando copre la porta».
Nell’Inter ci sono dubbi sul rendimento di Sommer.
«Però Chivu ha detto chiaramente che quando gioca Martinez non è una bocciatura per il portiere svizzero che, lo scorso anno, ha disputato una stagione strepitosa».
Le piace Martinez?
«Molto, lo ritengo il numero uno interista del futuro. Quando una squadra gioca quattro competizioni è giusta l’alternanza».
Spostiamoci nell’altra metà di Milano: Maignan genera dubbi.
«Soltanto per i guai fisici che lo tormentano spesso. A volte ha persino i crampi e, nella mia carriera, non ho mai visto un portiere con i crampi. Maignan, poi, deve fare mille cose, usa bene i piedi ed è chiamato a un superlavoro perché para e imposta. Quindi logico che il suo fisico ne risenta un po’».
Nella Juve sorgono dubbi per i tanti gol subìti da Di Gregorio.
«Lui è particolare, ha un modo di parare basato sulla forza fisica e sull’esplosività. Si piazza vicino alla linea di porta e non sta un paio di metri più avanti per coprirne il rettangolo. Così offre, a chi tira da lontano, angoli maggiori. Alcuni gol li ha presi per questo motivo ma resta un ottimo portiere».
Gira e rigira il più forte numero 1 italiano è sempre lui...
«Donnarumma? Certo. È l’unico È l’unico vero campione che abbiamo in Italia, non a caso è stato premiato con il Pallone d’Oro Yashin. Criticarlo mi sembra una follia: è così talentuoso che quando subisce gol desta stupore vero campione che abbiamo in Italia. Non per caso è stato premiato con il Pallone d’Oro Yashin. Criticarlo mi sembra una follia».
Dino Zoff mi disse una volta che è uno dei portieri più forti di sempre.
«È vero. Nel senso che sembrerebbe quasi impossibile che un portiere così talentuoso possa subire gol. Desta sorpresa. Quando leggo alcune critiche sudi lui mi sembrano assurde».
Sul web abbiamo persino letto, in alcuni casi, il perfido soprannome “Paperumma”...
«Si dovrebbe cambiare il modo di giudicare, anche da parte di voi giornalisti, il portiere che nel calcio di oggi ha mille compiti».
Mi fa il podio dei tre più forti al mondo oggi?
«Donnarumma c’è sicuramente. Io ci metto Oblak, sempre fortissimo, e Courtois. Da anni sono loro ad eccellere».
Il miglior portiere, sinora, del campionato italiano?
«Svilar, ma Carnesecchi ha personalità, fisico ed è un portiere di questi anni».